Busto, delitto Mendola: 30 anni ai due esecutori. A giudizio il presunto mandante

BUSTO ARSIZIO – Omicidio di Matteo Mendola: condanna in primo grado ai due esecutori materiali dell’assassinio. Rinviato a giudizio il presunto mandante. Così hanno deciso i giudici del tribunale di Novara come riporta il quotidiano La Stampa sull’edizione online di martedì 13 novembre. Questa la sentenza emessa dal gup di Novara Roberta Gentile per l’omicidio dell’operaio Matteo Mendola avvenuto il 4 aprile 2017 nei boschi di Pombia, in frazione San Giorgio. Accolta la richiesta del pm Mario Andrigo.

Rinviato a giudizio il presunto mandante

I trent’anni sono stati inflitti a Antonio Lembo, omicida reo confesso, e Angelo Mancino, che nell’aprile aprile 2017, secondo l’accusa, accompagnarono Mendola nei boschi di Pombia dove fu ucciso a colpi di pistola con la scusa, secondo la procura novarese, di commettere dei furti. Il 21 gennaio si aprirà il dibattimento a carico di Giuseppe Cauchi, indicato come l’ideatore del delitto. I difensori dei due condannati hanno già annunciato appello. I familiari della vittima erano costituiti parte civile. I tre uomini erano stati arrestati dai carabinieri di Novara pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo.

Ai famigliari riconosciuto il diritto a un risarcimento

Al presunto mandante gli investigatori sono risaliti attraverso le dichiarazioni rese da Lembo, anche per questo motivo l’avvocato Pipicelli ha chiesto una condanna meno pesante per il suo assistito. Alla famiglia di Mendola, parte civile nel procedimento, è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni oltre ad una provvisionale. I legali di difesa sono pronti ad impugnare il verdetto di condanna emesso nei confronti di Lembo e Mancino. Il gup ha accolto in pieno le richieste giunte dai pm della procura. Per i due imputati è stata esclusa la recidiva.

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