Busto, allarme disagio giovanile. L’Associazione Dell’Acqua: «Coinvolgere scuole e genitori»

BUSTO ARSIZIO – Il 30% degli adolescenti varesini utilizza il cellulare durante i pasti. Il 52% passa almeno due ore al giorno in chat, mentre il 78% utilizza lo smartphone anche quando è in compagnia di amici. E ancora: il 65% dei ragazzi trova più semplice relazionarsi in modo “virtuale” che di persona. Mentre il 30% ha ammesso di ubriacarsi almeno una volta al mese. Per il 20% l’utilizzo di cocaina non fa male alla salute; il 56% pensa la stessa cosa dell’utilizzo di alcol.

Rivoluzione culturale

Numeri allarmanti quelli emersi da un’indagine condotta da Regione Lombardia in collaborazione con Asst Sette Laghi su un campione di 7mila ragazzi varesini di età compresa tra i 12 e i 16 anni. Numeri presentati dal presidente della commissione sanità Emanuele Monti che ha poi commentato: «Serve una rivoluzione culturale». L’occasione per una riflessione sul mondo del disagio giovanile che il Covid ha accelerato è stata quella della presentazione della quarta edizione del corso “Formare per informare”, promosso dall’associazione Enrico Dell’Acqua. Presenti, oltre al consigliere regionale Monti, il presidente Sergio Colombo, I medici Simonetta Cherubini e Roberto Giorgetti, la formatrice Anna Restelli e la psicologa Rossella Semplici.

Obesità e dipendenze

Colombo ha ribadito l’impegno dell’associazione Dell’Acqua nel progetto “Perché tutelare la salute”, mentre i medici hanno illustrato l’importanza di proseguire nell’attività di incontro dei ragazzi attraverso le scuole. Progetto questo che ha visto l’equipe di professionisti incontrare circa 30mila studenti degli istituti medi e superiori di Busto, Gallarate, Castellanza e Valle Olona. Non solo; i formatori hanno lavorato per fornire agli insegnanti gli strumenti per proseguire nell’azione di dialogo con i ragazzi al fine di monitorare eventuali casi di disagio. Temi fondamentali sono quelli dell’alimentazione, l’Italia è maglia nera in Europa per obesità pediatrica, la dipendenza dal mondo digitale, l’abuso di alcol e sostanze. E la necessità fondamentale di «coinvolgere soprattutto i genitori. Sono loro l’esempio al quale i figli guardano». Ed è questo il prossimo step al quale si sta lavorando.

busto disagio giovanile – MALPENSA24