FdI a Busto contro i reati d’opinione: «Si deve essere liberi di dire “sono fascista”»

busto checco lattuada

BUSTO ARSIZIO – Libertà (di parola) van cercando, i militanti bustocchi di Fratelli d’Italia, che domani pomeriggio, sabato 23 novembre, alle 15 in sala Tramogge dei Molini Marzoli, organizzano un convegno dedicato alla libertà di parola e di pensiero, intitolato “La mia idea non si processa“. Partendo dalla considerazione che oggi c’è «paura di schierarsi, di parlare, di fare la cosa giusta e, se serve, di urlare». Introducono il tema Andrea Tomasini del circolo di FdI di Busto Arsizio e il presidente provinciale del partito Andrea Pellicini. Moderati da Fabrizio Provera, interverranno nel dibattito la deputata Paola Frassinetti, il giudice del Tribunale di Varese Giuseppe Battarino, l’avvocato Fausto Moscatelli, il direttore di Rete 55 Matteo Inzaghi.

Contro il reato d’opinione

«La mia area politica si trova spesso ad avere a che fare con il reato d’opinione, che è una cosa del tutto opinabile – spiega Checco Lattuada, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Busto – anzi, sembra che gradualmente sempre di più ogni cosa che non sia allineata con il pensiero unico e con la mentalità dominante sia passibile di sanzione, addirittura penale. Per noi è un assurdo, nel terzo millennio. La regolamentazione della libertà di parola è fumosa, discrezionale e contraddittoria. Penso ai casi che mi hanno toccato personalmente, ma anche a quelli sulle commemorazioni di Sergio Ramelli o dei caduti della Repubblica di Salò, in cui vengono fuori bufere mediatiche che poi però sfociano spesso in assoluzioni o condanne ridicole». È successo allo stesso Lattuada: «Io ne sono uscito più volte, grazie al mio avvocato difensore Fausto Moscatelli, che più volte ha smontato il teorema. Non tutti però possono permettersi un legale serio e meticoloso come lui».

«La libertà di parola oggi non è sancita»

Il tema è di strettissima attualità, anche alla luce delle polemiche attorno alla commissione d’inchiesta sul razzismo: «Ma è un’idea che ci frullava in testa da un po’ di tempo, prima dell’istituzione della commissione Segre – sottolinea il coordinatore di FdI di Busto – però dimostra tutta l’attualità di questa problematica: c’è il tentativo di una certa fazione, del cui modo di pensare anche la capitana Rackete è un epigono, di mettere a tacere, anche a suon di leggi, le opinioni diverse. Ma si deve essere liberi di poter dire “sono fascista”, e di esprimere un giudizio su un periodo storico, se questo non trascende in azioni violente e in organizzazioni: questa è libertà, che in questo momento storico non è sancita». Libertà di pensiero e parola, ma non solo, perché nel discorso di Fratelli d’Italia «rientra anche la libertà di stampa e la libertà sui social – afferma Checco Lattuada – abbraccia la comunicazione a 36o gradi. Organizzeremo una giornata anche su questo specifico tema».

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