Busto Grande decisiva ma critica: «Il sindaco ha responsabilità politiche»

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BUSTO ARSIZIO – Il consiglio slitta. Per un voto, ma slitta. E non si riunirà più il 21 maggio, bensì sette giorni più tardi: il 28. Proprio come voleva il sindaco Emanuele Antonelli. Che ieri, martedì 13 maggio, nell’Ufficio di presidenza ha trovato in Busto Grande quel voto, unico, (sulla carta) d’opposizione, ma (nella realtà) fondamentale per respingere la conferma della data chiesta da tutte le minoranze. Un voto che da un lato gli ha levato (per ora, anzi per sette giorni) le castagne del fuoco e dall’altro lascia rosolare il primo cittadino nel suo sempre più inspiegabile silenzio. Visto che al momento il sindaco non ha intenzione di dire una sola parola sulla vicenda Mensa dei poveri, la maxi inchiesta che ha devastato Forza Italia, falcidiato il cda di Accam e che sta mettendo a dura prova i nervi della politica locale.

L’ufficio di presidenza

Come un temporale che si annuncia roboante e finisce per essere pioggerella. Così è stato l’Ufficio di presidenza di ieri, convocato da Valerio Mariani per decidere se far slittare di una settimana il consiglio del 21 o meno. I grillini bustocchi nei giorni scorsi hanno fatto tuoni e fulmini dichiarandosi battaglieri e contrari allo spostamento: «Abbiamo una delibera da approfondire e una questione politica sulla quale urgono le spiegazioni del sindaco. Rinviamo la questione dell’acquisizione relativa ad Agesp e andiamo in consiglio per ascoltare qual è la posizione di Antonelli sull’indagine in corso, sulle nomine fatte e su cosa intende fare ora». Posizione che di fatto ha trovato allineati anche Gruppo Misto, Partito Democratico e Busto al centro. Ma non Busto Grande e il consigliere Paolo Efrem che, votando il rinvio, ha di fatto rotto il pareggio a vantaggio della maggioranza. Ai voti e a conti fatti, al netto del sindaco che non poteva votare, del consigliere di Forza Italia Carmine Gorrasi che è sospeso per la vicenda dell’inchiesta e del subentrante a tempo Alberto Armiraglio, che entrerà in ruolo alla prima seduta utile, la votazione è finita 12 a 11 per chi governa.

Lo scazzo

Chiusa a doppia mandata. La riunione dell’Ufficio di presidenza, com’è giusto che sia, si è riunita blindatissima nella stanza del sindaco a Palazzo Gilardoni. Ma le indiscrezioni di molti presenti hanno parlato di un incontro tutto sommato tranquillo. Dove di fatto l’unico scazzo politico si è registrato tra Busto Grande e il Movimento Cinque stelle. Con Efrem che dà il voto a favore, «perché l’interesse di riunire il consiglio per fare la guerra era solo dei grillini» e i pentastellati contrari che, per voce della Cerini, mostrano il cartellino rosso al consigliere di Busto Grande dai banchi della minoranza: «Al prossimo consiglio vai a sederti con loro. Tanto voti sempre con la maggioranza».

Le ragioni di Efrem

Sul rinvio. «Utile per approfondire meglio la questione dell’aggregazione legata alla delibera sulla partecipata, ma anche per avere un quadro più preciso di quanto sta accadendo con l’indagine in corso», spiega Paolo Efrem, il quale poi sul sindaco Antonelli dice: «Il mio voto non è stato per salvare il sindaco dal confronto che chiedono i Cinque stelle, bensì di buon senso. Detto questo, rispetto a quanto sta accadendo, credo che si debbano scindere le responsabilità penali, alle quali penserà la magistratura, da quelle politiche, che verranno dibattute nelle sedi istituzionali. Io penso che il sindaco sia una persona per bene. Che nulla ha a che fare, a livello giudiziario, con la vicenda Mensa dei poveri. Ma che ha una parte di responsabilità politica. Come anche gli assessori di Forza Italia però. I quali dovrebbero rimettere le proprie deleghe nelle mani di Antonelli, che a sua volta dovrà prendersi la responsabilità di accettare o respingere le dimissioni. Solo così si potrà fare un po’ chiarezza».

Le ragioni del Cinque stelle

Sulla delibera. «Stiamo parlando di una questione delicata e di un argomento rispetto al quale non c’è più il consigliere che ha seguito tutta la questione. Dicono che serve tempo per approfondire e lo vorremmo fare anche noi. Per questo andare in là di una settimana è poco. Sarebbe stato più corretto optare per un rinvio più lungo della delibera e convocare il consiglio il 21, poiché quanto sta accadendo, crediamo, abbia la massima urgenza. A oggi ancora non sappiamo se il sindaco ha intenzione o meno di prendere le distanze da quanto accaduto. E a noi, come ai cittadini, piacerebbe saperlo quanto prima. In consiglio».

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