Busto, il caso Rogora e i tanti casi del centrodestra in lotta con se stesso

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BUSTO ARSIZIO – Ucci ucci sento odor di… trappolone. Mutuiamo l’incipit dalla favola di Pollicino nel tentativo di sdrammatizzare la canea generata dalla notizia che Max Rogora, assessore della giunta Antonelli, avrebbe votato una deliberazione in chiaro conflitto di interessi. Lui, ambulante, si sarebbe espresso a favore dei mercatini in città. Ne ha dato evidenza pubblica il dem Massimo Brugnone, sottolineando il presunto illecito. Presunto o no che sia, che un esponente della sonnolenta, distratta e inerte opposizione di centrosinistra si periti di rendere noto un episodio comunque marginale, ci pare frutto della più classica delle spiate: fonte di centrodestra ad uso e consumo di una non meglio definita vendettina nei confronti della Lega, partito che esprime Rogora. Il braccio armato è il piddino Brugnone, il mandante ha una firma di altro segno.

Qualcuno spieghi

Detto ciò, se Rogora ha sbagliato per superficialità, per arroganza, per imperizia, per tutto quello che volete voi, qualcuno, a cominciare dal sindaco Emanuele Antonelli, ne prenda atto e agisca di conseguenza. Altrimenti spieghi. Ma nessuno crei un caso, perché, tra i politici politicanti in senso trasversale, chi è senza è peccato alzi per primo l’indice accusatorio. Se no, taccia.
Il problema vero è un altro: è politico. Riguarda una maggioranza di separati in casa, che fanno finta che tutto va ben madama la marchesa, ma sotto il tavolo si tirano calci negli stinchi. Volete degli esempi concreti? Riapriamo giocoforza una vecchia ferita: la visita del principe Emanuele Filiberto a Busto, disertata da Forza Italia e Lega Nord. Fu il principio di una serie di situazioni che non depongono per una linea comune di intenti. Spesso il sindaco Antonelli, che, diciamolo senza infingimenti, risulta indigesto (eufemismo) a diversi addetti ai lavori, che però non lo ammetteranno mai pubblicamente (primo: salvare le chiappe), è stato lasciato solo. O lui, prendendola da un’altra parte, si è clamorosamente smarcato.

Antonelli balla da solo

L’ultima occasione: la rotonda prevista davanti al tribunale: tutti più o meno d’accordo, voto in dissenso di Antonelli, senza una vera motivazione. Stiamo parlando di un’opera pubblica importante, forse la più importante e utile delle tante di cui si discute.
Dissenso al contrario per l’inutile parcheggio multipiano ipotizzato in piazza Mercato: sì di sindaco e vicesindaco, no del resto del centrodestra.
Che dire poi della farsesca e mai finita procedura del palaginnastica e del palaghiaccio, vergogna progettuale e operativa di tutte le amministrazioni di Palazzo Gilardoni? Solamente Antonelli era a conoscenza degli intoppi burocratici che hanno fatto recedere uno dei progettisti, bloccando l’opera. I suoi assessori e consiglieri di maggioranza sono caduti dal pero.

Un infinito rosario

Possiamo continuare con Accam, tema senza esiti conclusivi, fonte di datate liti e indeterminatezze. Con alcuni componenti di centrodestra da una parte, altri su distinti versanti risolutivi, Antonelli compreso. E Agesp, e le case Aler, quali garbugli politici hanno sinora provocato? Finiamola qui per amor di patria, ma il rosario da recitare è molto più ampio. Per andare a parare nella coesione politica tra Forza Italia, Lega e sindaco, con i suoi vecchi e nuovi sodali, di cui si intravedono le posizioni, ma dei quali non si capisce bene se ci sono o se fingono di stare con lui.
In questo contesto, tra meno di un mese si vota per l’Europa. Fino a quel momento non sentirete nessuno ammettere che a Busto Arsizio si viaggia politicamente in ordine sparso. Probabilmente non si sentirà un sussurro neanche dopo, quando la Lega, che già conduce il gioco e gestisce in modo furbesco un primo cittadino convinto di essere lui al comando, avrà consolidato il proprio potere a suon di voti. Tutti coperti ma non allineati, perché un sussulto di dignità politica potrebbe costare caro in termini di posti. Per salvaguardare la faccia, c’è sempre tempo.

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