Busto, il sindaco Antonelli: “Nell’ex Borri una sala della musica”

BUSTO ARSIZIO – Nell’interminabile e per ora inconcludente confronto sulla riqualificazione dell’ex calzaturificio Borri si inserisce il lavoro degli studenti di architettura del Politecnico che, divisi in gruppi, hanno definito alcune proposte per il riutilizzo della storica struttura bustocca. Una rigorosa analisi tecnica, sfociata appunto in alcuni progetti di massima, presentati nel pomeriggio di oggi, sabato 30 marzo, alla sala Monaco della biblioteca civica. Interventi di recupero che rispettano l’esistente e lo valorizzano, in modo da ipotizzare un centro sociale e ricreativo, uno spazio espositivo per ospitare la collezione Merlini (attualmente a Venezia), un bar/ristorante e, ancora, un centro diurno, laboratori e, addirittura, locali da destinare alla pet terapy con animali. Idee messe nero su bianco che arricchiscono le ipotesi di riutilizzo, così come si sommano da un paio di decenni a questa parte con frequenza e senza risultati.

L’indagine degli studenti del Politecnico

”Ciò che rimane del Borri è in discrete condizioni strutturali” è la diagnosi finale dell’indagine svolta dagli studenti, sotto la guida delle professoresse Paola Bassani e Giuliana Cardani. Responso che permetterebbe di recuperare il Borri anche con una spesa contenuta. “Il problema principale è proprio quello delle risorse” ha detto senza perifrasi Emanuele Antonelli, il sindaco, presente assieme agli assessori Isabella Tovaglieri (Urbanistica) e Manuela Maffioli (Cultura e Identità). Il primo cittadino ha messo il dito nella piaga, cioè, i soldi, ricordando che per l’ex calzaturificio si può pensare a “qualcosa che renda, permettendo così di destinare una parte dell’edificio ad attività pubbliche”. Esclusi i centri commerciali, ma è scontato, Antonelli ha parlato della necessità per Busto di avere una sala della musica, una concert hall per dirla in un altro modo, attorno alla quale vanno indirizzandosi le aspettative dell’amministrazione civica. Sala della musica con locali per mostre e attività culturali e aggregative. Progetto ambizioso quanto importante e utile. Realizzabile? Di nuovo il sindaco: “Abbiamo già avuto alcuni contatti, si tratta di capire gli spazi operativi. E’però evidente che ci sia bisogno di un luogo per concerti e eventi culturali. Basti ricordare l’attività della Rossini, che invita artisti di fama, per renderci conto di quanto sia importante un luogo adatto ai concerti”. Ma tutto si riduce sempre e soltanto ai soldi a disposizione.borri calzaturificio politecnico busto

Il progetto di una scuola

Doveroso ricordare la proposta già formalizzata da tempo di accorpare al Borri una serie di istituti scolastici, grazie a finanziamenti pubblici. Progetto sul quale Antonelli non ha fatto menzione, questo pomeriggio.
Rimane il lavoro del Politecnico, che con Busto Arsizio opera già nell’area delle Nord (nei giorni scorsi la visita di una cinquantina di studenti ricevuti dall’assessore Tovaglieri che ha fatto loro gli onori di casa).
Un lavoro, quello per il Borri, impostato attorno a una domanda: che cosa serve alla città? Le risposte stanno appunto nelle proposte conclusive. Le quali, come ha ricordato Manuela Maffioli, rimandano alla cifra identitaria della città, alla sua storia, al suo patrimonio culturale. Temi ripresi nel suo intervento da Luca Rinaldi, soprintendente regionale ai Beni Archiettonici, che si è soffermato sull’esigenza di salvaguardare centri storici e edifici di pregio. Una partecipazione, la sua, di significato proprio per l’oggetto della discussione: l’ex calzaturificio, il cui prestigio architettonico e storico va ben oltre i confini di Busto.
La presentazione dello studio del Politecnico è stata coordinata da Rolando Pizzoli, Regiù della Famiglia Sinaghina.

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