L’inclusione dietro al bancone di una pasticceria di Busto: l’esempio di Daniele

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BUSTO ARSIZIO – Dietro al bancone della Pasticceria Paola a Sacconago c’è un addetto speciale: si chiama Daniele de Grandis, ha 21 anni ed è un ragazzo Down che lavora in negozio grazie ad una convenzione ad hoc con l’amministrazione comunale nell’ambito del Servizio di Inserimenti Lavorativi dell’assessorato all’inclusione sociale.

Il Servizio di Inclusione Lavorativa

«C’è voluto tanto tempo per riuscire a mettere insieme le idee e la burocrazia, ma alla fine ci siamo riusciti tutti insieme e non siamo stati abbandonati. Ringraziamo per l’opportunità preziosa che il Comune e il Servizio Inclusione Lavorativa ci stanno offrendo – hanno detto Laura e Paola della Pasticceria di Sacconago – oggi dimostriamo che si può fare tutto, senza perdere la #speranza». Daniele nel tempo è diventato sempre più autonomo e capace, proprio per il percorso compiuto sin da qualche anno fa, quando era ancora uno studente in stage curricolare (dall’istituto Falcone di Gallarate) e poi per tre anni in alternanza scuola-lavoro, nei laboratori della pasticceria. Di cui ora è diventato una vera e propria colonna, dopo che il SIL ha permesso che Daniele, grazie alla formula dello stage risocializzante sostenuto dal Comune (che paga l’Inail e le coperture), proseguisse la sua esperienza anche una volta ottenuto il diploma. Grazie ad un progetto la cui continuità è assicurata fino alla fine del 2020, poi sarà necessario un rinnovo della convenzione.

Un momento di condivisione

busto inclusione sacconago pasticceria danieleIeri pomeriggio, martedì 22 ottobre, a visitare la pasticceria di Sacconago c’erano il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini, invitati dai titolari dell’attività (Silvio Mauceri e la sua famiglia), insieme a Beatrice, la mamma di Daniele, per «un momento di ringraziamento e di condivisione». La famiglia Mauceri ci teneva a raccontare questa bella storia di accoglienza e di inclusione. Ma soprattutto a far capire alle imprese quanto un’esperienza come questa può arricchirle e rappresentare un’opportunità: «Aiutateci a farlo sapere alle aziende, ai commercianti. A noi che siamo una piccola azienda familiare questa non esperienza non costa nulla, ma ci ha insegnato tanto, ad avere pazienza, a essere inclusivi e capaci di amare senza condizioni. E la pazienza è diventata la regola di base che i nostri clienti hanno imparato a seguire, volentieri, quando entrano in negozio».

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