
BUSTO ARSIZIO – Inchiesta della Dda di Milano sulla locale Legnano-Lonate Pozzolo il “caso” Stefano Ferrario fa discutere e agita gli animi del PD bustocco. L’ex vice sindaco leghista della prima giunta Emanuele Antonelli (che dal 2017 non ricopre più alcun incarico pubblico) è indagato con altre 64 persone.
I precedenti
Le accuse non hanno nulla a che fare con eventuali incarichi istituzionali da lui ricoperti e non indicano l’ex amministratore quale uomo vicino alle cosche, questo deve essere precisato. Tuttavia, visti i precedenti arresti del consigliere di maggioranza Carmine Gorrasi (coinvolto nell’inchiesta Mensa dei poveri) e Paolo Efrem, condannato in primo grado a 4 anni dopo l’arresto nel luglio 2020 (Ferrario nn è stato arrestato è indagato a piede libero) spingono i Dem a chiedere un faccia a faccia sulla “questione morale” con la maggioranza.
Situazione inquietante
«Ci auguriamo che l’ex vicesindaco Ferrario risulti estraneo ai fatti e dimostri la sua innocenza nelle sedi opportune” – afferma il segretario cittadino del PD e consigliere comunale Paolo Pedotti – si tratta dell’ennesimo caso che vede indagato un esponente politico e amministratore di Busto. Tutto ciò è a dir poco inquietante».
Non possiamo chiudere gli occhi
Continua Pedotti: «Il mondo politico non più può chiudere gli occhi di fronte a una questione morale che, senza colore politico, deve essere affrontata per rinsaldare il legame di fiducia tra rappresentati e rappresentanti».
Discussione deve essere ampia
“Giusto pochi giorni fa è stato lo stesso partito di Ferrario nella figura del Segretario federale Matteo Salvini a varare in Cdm il nuovo codice degli appalti, che prevede che tutte le gare sotto i 5,3 milioni di euro possano essere assegnate senza alcun avviso pubblico, ovvero in affidamento diretto. Secondo Pedotti: «In assenza di una piena consapevolezza sul tema, una liberalizzazione di questo tipo rischia di avere effetti devastanti – conclude – sembra tuttavia che le priorità di alcuni partiti siano quelle di polemizzare con i vertici dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, anziché avviare una discussione ampia su questione morale, legalità e amministrazione».