Busto, la Lega rimette al suo posto Magugliani e chiude la porta al principe

riunione lega forza italia

BUSTO ARSIZIO – La Lega richiama all’ordine l’assessore Paola Magugliani e di fatto traccia il perimetro entro il quale d’ora in avanti dovrà muoversi. Altri sconfinamenti di campo difficilmente da qui in avanti verranno accettati. E qualora la situazione lo richiedesse, come ha spiegato il segretario cittadino del Carroccio Francesco Speroni «è auspicabile il coinvolgimento degli assessori interessati».

Il principe deve abdicare

busto lega speroniMa l’esuberanza dell’assessore ai Grandi Eventi non è stato l’unico argomento affrontato ieri dalle segreterie dei partiti di maggioranza insieme al sindaco. L’altro sassolino nella scarpa, della Lega più che di Forza Italia a dir la verità, è stato l’annuncio dell’arrivo del principe Emanuele Filiberto per l’inaugurazione di piazza Vittorio Emanuele. A imporre lo stop è stato proprio Speroni. «Si sa che noi della Lega non siamo mai andati troppo d’accordo con i Savoia. Se la cosa dovesse verificarsi qualche problema (politico ndr) potrebbe sorgere. In più si tratta di un’iniziativa del tutto personale dell’assessore. Nessuno, nemmeno il sindaco, è stato informato. Insomma spero che la cosa “muoia” da sola. Altrimenti noi ci opporremo».

Per ribadire il concetto Speroni ha spiegato: «Gli assessorati non sono feudi dove ognuno fa ciò che gli pare. Posso comprendere la smania di visibilità, ma è auspicabile che questa venga tenuta a bada a vantaggio della collegialità». Insomma in due mosse Francesco Speroni ha “rimesso al suo posto” Paola Magugliani e chiuso il caso ben prima della riunione di maggioranza programmata ieri sera, lunedì 23 luglio, e dove comunque non sono mancate le scintille.

Finale con qualche botto

Non è mai sereno il cielo sopra la maggioranza. Dissolta prima di sera la “nuvola” Magugliani, affrontata senza problemi la discussione sugli argomenti del prossimo consiglio, a creare trambusto nell’incontro di maggioranza è stata la discussione sul ruolo di Busto Grande.

La formazione civica che fa riferimento a Matteo Sabba e in consiglio può contare su Paolo Efrem, infatti, pur sedendo in minoranza continua a partecipare alle riunione  tra i partiti di governo. A chiedere di chiarire una volta per tutti da che parte vogliono stare pare sia stata Paola Reguzzoni. La leghista, sempre stando alle indiscrezione, ha trovato risposta nelle parole del sindaco che di fatto ha garantito per Busto grande, riconoscendo che il gruppo è sì in minoranza, ma ha anche sempre avuto un atteggiamento di grande lealtà nei confronti della squadra che governa la città. Lealtà che per Sabba e compagni vale il biglietto d’ingresso ai tavoli che contano.

Una poltrona e tante ambizioni

E dai tavoli alle poltrone il passo è stato breve. Già perché la storia di un rimpastino di giunta è ormai diventato come la canzone di moda dell’estate: si sente dappertutto. Anche ieri sera. E forse proprio per non alimentare appetiti, fino a ora gestiti, che la questione Magugliani è stata affrontata in separata sede e non dove la situazione sarebbe anche potuta sfuggire di mano. Perché si sa, non è un segreto che dietro al “volemose bene”, c’è: chi è pronto a fare lo “sgambetto” a una maggioranza che deve per forza restare in buona salute, poiché basta un raffreddore per andare sotto coi i numeri; chi ambisce ad allargare la maggioranza e senza dare troppo nell’occhio butta lì l’idea di dare un posto a Busto al centro; chi chiede di avere la primogenitura sul nuovo assessore nell’eventualità di un cambio in giunta; chi sta in silenzio allineato in consiglio, perché convinto che sta per arrivare il suo momento e chi, infine, aspetta una di queste mosse per far smottare il castello.

Un vero guazzabuglio, dove ancora una volta, sempre secondo gli spifferi, Antonelli pare abbia messo in chiaro le cose ricordando che i numeri della maggioranza non consentono di tirare troppo la corda. Pare anche che il sindaco abbia aggiunto che qualora i partiti di maggioranza pensano che la giunta stia lavorando male lo devono dire senza troppi giri di parole. A quel punto impiegherebbe meno di cinque minuti a firmare le dimissioni e chiudere la storia. Non un ultimatum secondo i presenti. Anche se le parole suonano in tal modo: così è se vi pare. Altrimenti a casa.

 

busto lega magugliani – MALPENSA24