Stupri tra Busto e Legnano: a processo il maniaco dei distributori

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BUSTO ARSIZIO – Accusato di cinque violenze sessuali consumate tra Busto e Legnano: a processo  Thomas Andreose, 35 anni, italiano, il maniaco dei distributori. L’uomo era stato arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Busto lo scorso 22 luglio. Oggi, giovedì 9 gennaio, si è aperto il processo a suo carico. In aula hanno testimoniato i carabinieri che hanno preso parte alle indagini (Andreose era già stato arrestato dall’Arma a maggio per una serie di scippi ai danni di alcune pensionate) avendo rilevato in altra indagine il Dna dell’uomo.

Fingeva l’accento straniero

thomas-andreose-262x300E proprio quel Dna rilevato dall’Arma ha permesso alla polizia di Stato di accusare il trentacinquenne anche degli stupri: perché il primo gennaio 2019 l’uomo aveva lasciato delle tracce biologiche all’interno di un guanto utilizzato durante l’ultimo tentativo di abuso. Il gip aveva rigettato la richiesta di scarcerazione del 35enne, che si fingeva addirittura straniero storpiando la sua parlata per depistare le indagini, dichiarando l’uomo «socialmente pericoloso». E oggi in aula sono state sentite anche alcune delle vittime degli abusi sessuali contestati a Andreose, che hanno dipinto tutto l’orrore provato nel venire aggredite, mentre erano ferme a un distributore, nel venire buttate in auto, palpeggiate, minacciate. Hanno descritto la forza che, per talune, è occorsa per ribellarsi. Confermando il particolare del feticismo dell’uomo che aveva una passione malata per le scarpe, gli stivali, in particolare, che ha fatto sfilare a due delle vittime per poter farsi toccare con i piedi. Quando colpiva era sempre a volto coperto, da un passamontagna o da una sciarpa, e la prima cosa che faceva era afferrare le vittime per i capelli e far loro voltare il viso in modo da non essere visto.  Il pubblico ministero Massimo De Filippo ha incalzato i testimoni che hanno tratteggiato un quadro agghiacciante, non a caso la vicenda aveva sollevato un certo allarme sociale tra il bustese e il legnanese. L’imputato non ha mai proferito parola sull’accaduto.

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