Violenze sessuali tra Busto e Legnano: 21 anni allo stupratore dei distributori

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BUSTO ARSIZIO – Thomas Andreose (nella foto), 35 anni, italiano, è stato condannato oggi, giovedì 6 febbraio a 21 anni di carcere in primo grado dai giudici del tribunale di Busto Arsizio. Il collegio, presieduto da Rossella Ferrazzi, ha di fatto confermato in toto l’impianto accusatorio a fronte di una richiesta di condanna a 24 anni del pubblico ministero Massimo De Filippo, che ha coordinato le indagini. Andreose era accusato di tre sequestri di persona, quattro violenze sessuali, due rapine e di lesioni. L’uomo era stato arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Busto lo scorso 22 luglio.

Arrestato a luglio dalla polizia di Stato

thomas-andreose-262x300Le indagini erano state avviate dagli agenti della squadra investigativa del commissariato di Busto Arsizio ad inizio anno quando una donna, fermatasi a fare rifornimento di carburante in un distributore cittadino, era stata sorpresa da un uomo con passamontagna e guanti in lattice che, salito velocemente a bordo dell’auto della donna, l’aveva afferrata per i capelli, intimandole di allontanarsi da quel luogo perché ricercato dalla polizia. Giunti in uno sterrato isolato, dopo che l’uomo l’aveva costretta a baciarlo, la donna era riuscita a divincolarsi e a fuggire, chiedendo l’aiuto dei poliziotti della volante che transitava nel corso del controllo del territorio, mentre l’uomo si dileguava nelle vicine zone boschive. I rilievi tecnici effettuati all’interno dell’automobile della donna dagli agenti della polizia scientifica del commissariato, avevano permesso di repertare alcuni frammenti dei guanti in lattice indossati dall’aggressore.

Incastrato dal Dna

Le analisi del gabinetto di polizia scientifica di Milano, hanno poi consentito di isolare il profilo genetico di un soggetto di sesso maschile. Fondamentale e proficuo per l’attività di indagine è stato lo scambio di informazioni avuto con gli agenti del commissariato di Legnano, i quali erano a conoscenza di un altro episodio simile, consumato in aprile nel territorio di competenza legnanese. Lo spunto investigativo, che ha visto la stretta collaborazione dei due commissariati, ha avuto origine dal fatto che le scene del crimine hanno interessato il perimetro del Parco Alto Milanese, restringendo così i sospetti nei confronti di un trentacinquenne italiano, residente dapprima nel legnanese, quando era sottoposto a libertà vigilata, e successivamente trasferitosi a Milano. L’uomo, in entrambi i casi d’indagine, aveva stabilito la propria residenza proprio nelle vicinanze delle due scene del crimine. Anche in questo secondo episodio l’aggressore aveva agito con passamontagna e guanti in lattice, scegliendo un distributore di benzina quale luogo per aggredire una donna sopraggiunta da sola in auto per fare rifornimento.

Ha sempre negato di essere il colpevole

Medesimo anche il modus operandi: la vittima è stata, infatti, anche in questo caso, costretta dal malvivente ad allontanarsi in zona più riparata, per poi subire abusi. Grazie alla rapida e approfondita attività tecnica effettuata dal gabinetto regionale di polizia scientifica di Milano, la comparazione tra profilo genetico dell’indiziato con quello isolato sul reperto rinvenuto sulla scena del crimine bustocca, ha fornito la certezza della corrispondenza tra i due Dna, confermando quindi l’ipotesi investigativa dei poliziotti di Busto e Legnano, e rendendo vane le precauzioni adottate dal malvivente per nascondere la propria identità. Gli elementi acquisiti hanno permesso infine di addebitare al trentacinquenne ulteriori tre episodi analoghi consumati nelle città di Castellanza, Parabiago  e Villa Cortese, aggravando la responsabilità penale del soggetto, e facendo emergere la serialità del comportamento. Andreose, 10 anni fa, era già stato condannato per fatti praticamente identici, Ha sempre negato di essere lo stupratore “dei distributori” non sapendo spiegare la presenza del suo Dna sulla scena di una delle aggressioni.

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