Busto, l’ex sindaco Farioli sfrattato dal suo ufficio e relegato in uno stanzino

busto farioli rogora uffici

BUSTO ARSIZIO – Se è vero che l’abito non fa il monaco (vedi i vergognosi commenti sui social per il vestito blu elettrico della neo ministra Teresa Bellanova) anche l’ampiezza e la collocazione di un ufficio non definiscono le attitudini professionali o politiche di chi lo occupa. Ma possono dire molto altro. Come a Palazzo Gilardoni, sede municipale bustocca. Lì, chiuso il rimpasto di giunta, si è appena concluso un giro di location assessorili, per dirla con quelli che se la tirano con i fastidiosi anglicismi.

Assessori che cambiano posto

Alcuni cambi di posto comprensibili, altri meno, molto meno. Ad esempio, il trasferimento di Gigi Farioli, delegato a Istruzione e Personale, dallo storico e ampio ufficio dei sindaci, contiguo alla sala del consiglio comunale, in una specie di loculo, varcato il portone al primo piano. Nell’“appartamentino” che fino a una manciata di anni fa ospitava appunto i primi cittadini, ora collocati in una sorta di quartierino accessibile solo previa scampanellata al citofono, ha trovato posto la neo assessora Laura Rogora, titolare di Verde e Sport. Scelta pratica? Mah. A qualcuno pare una decisione che, appunto, suggerisce altro. Cioè? Che a Farioli lo sfratto è un messaggio del tipo “qui comando io”. La firma? Fate un po’ voi.

Troppo competente

Una piccola o grande umiliazione per uno che vanta un solido passato, da assessore a consigliere regionale, infine a primo cittadino di Busto per dieci anni. Insomma, uno sgarbo istituzionale e personale a fronte, tra l’altro, di competenze innegabili sul versante amministrativo. Farioli ha maturato esperienze sul campo e non solo, che quasi tutti i suoi colleghi di giunta, suo successore compreso, si sognano. Ma tant’è: a Gigi Farioli è stato messo il veto all’Urbanistica, settore che avrebbe frequentato senza affanni. Come il Bilancio o i Lavori Pubblici. Troppo competente. Così gli hanno dato il Personale e l’Istruzione, deleghe di secondo livello. Perché? Domanda retorica, data la scontata risposta. La quale presuppone anche una spiegazione politica: Gigi Farioli è il commissario cittadino di Forza Italia, partito oggi depresso e poco incisivo; relegandolo nel bugigattolo gli si fa capire che, nonostante l’incarico di referente berlusconiano, il partito o quel che ne rimane, in città è gestito da altre componenti, che valorizzano i loro sodali e si muovono nel cerchietto magico del sindaco. A dispetto dell’evidenza di un passato e di un presente di sapere che vale un paio di lauree e che meriterebbe ben altro rispetto. Nonostante tutto.

Il no a Manuela Maffioli

L’aria che tira a palazzo è pesante. Dai corridoi arrivano sussurri di un niet anche a Manuela Maffioli, leghista nominata vice sindaco. Avrebbe chiesto un punto d’appoggio in via Fratelli d’Italia (il suo ufficio di assessore alla Cultura e al Commercio è a Villa Tovaglieri) ricevendo un secco rifiuto. Senza spiegazioni, a quanto pare. Che diamo noi: i rapporti tra sindaco e Lega di Busto sono quelli che sono, i rappresentanti del Carroccio stiano fuori dalle scatole. Ci sbagliamo? Dicono che Maffioli non abbia fatto un plissé. Per amor di patria, evidentemente. Ma la questione, più che personale, è pure in questo caso politica. Eccome se lo è.

Sindaco nel bunker

E lui, il padrone del vapore? Asserragliato nel bunker, dentro il quale ha voluto trasferire l’ufficio stampa, prima sistemato in un locale affacciato sull’atrio delle Vedute del Municipio. Tutto sotto controllo, al millimetro, soprattutto la comunicazione. Proprio come Angelo Borri, sindaco della prima metà degli anni Ottanta: lasciava aperta la porta del suo ufficio “perché tutti potessero vedere e partecipare”. Altri tempi? No, altra tempra.

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