Lite tra Comune e bar: «Via il chiosco da San Giovanni». «Voglio 30mila euro»

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BUSTO ARSIZIO – Una incomprensione che rischia potenzialmente di trasformarsi in una grana legale qualora le parti non trovassero un’intesa soddisfacente per entrambi. L’oggetto del contendere è il «Chiosco mobile – spiega Gianpiero Matichecchia, titolare del bar Sempre Pronto di piazza San Giovanni a Busto – Che noi abbiamo sistemato all’interno dell’area assegnataci come plateatico per il posizionamento di tavolini all’aperto e dopo aver chiesto autorizzazione a farlo al Suap».

La risposta del Suap

Nello scambio di e mail tra Matichecchia e un funzionario dello Sportello Unico alle Attività produttive del Comune di Busto si legge: «Buongiorno egregio (nome del funzionario). Le volevo chiedere se abbiamo l’autorizzazione per il chiosco mobile domanda già presentata il 12/05/2020. La ringrazio infinitamente. Saluti Gianpiero Matichecchia. Bar sempre pronto piazza San Giovanni 5 Busto Arsizio». Risposta arrivata in tempi apprezzabilmente rapidi: «Non serve autorizzazione».

Ho investito 30mila euro

«A fronte di questa conversazione – prosegue il titolare del bar Sempre Pronto – Abbiamo allestito il chiosco mobile, attrezzandolo e investendo nell’operazione circa 30mila euro. Un investimento che ho fatto volentieri: il chiosco mi consente di essere maggiormente visibile e di intercettare la clientela di passaggio. L’ingresso al locale è nascosto sotto i portici. Arriviamo da settimane di chiusura forzata, abbiamo voglia di lavorare e questa ci è sembrata una buona soluzione». Tutto bene? «Assolutamente no – spiega Matichecchia – Questa mattina (martedì 23, ndr) ricevo una telefonata dal Suap che mi comunica che si sono sbagliati. Che credevano si trattasse di un carrettino per gelati. Mi fanno capire che dovrei poter spostare il chiosco mobile. Dopo aver investito 30mila in seguito all’ok ricevuto dal Comune. Sarebbe per noi un danno economico enorme, un colpo durissimo per la nostra attività già provata, come è avvenuto per tutti, dal lockdown appena concluso. Devo spostarmi? Il Comune si presenti con un assegno da 30mila euro a titolo di rimborso e io mi sposto».

Via entro le 8 di domani

Nel pomeriggio di oggi, martedì 23 giugno, «Il Suap mi ha mandato un’altra mail – conclude Matichecchia – Chiedendomi di integrare la documentazione già presentata. Ma soprattutto mi avvisano oggi, che domani 24 giugno il chiosco dovrà essere spostato, altrimenti sarà rimosso con costo a mio carico, visto che si svolgeranno le celebrazioni della festa patronale di San Giovanni. Quindi, per sopraggiunta manifestazione, devo spostarmi. Nessuno mi ha mai avvisato di questo ed è assurdo pensare che io possa rimuovere un chiosco con allacci, che va svuotato e trasportato da una motrice con gancio, prima delle 8 di domani mattina. Io ho girato tutta la documentazione al mio avvocato».

Diritto e dovere di vigilare

Il Comune dal canto suo prende posizione netta. «Il cambiamento in atto a favore dei pubblici esercizi della nostra città, avviato con l’intento di supportarne le attività a fronte delle restrizioni legate alla pandemia, ma che contemporaneamente sta regalando anche un nuovo volto a Busto, presuppone comunque il rispetto di alcuni parametri stabiliti nell’interesse di un’evoluzione armoniosa e gradevole, finalizzata alla massima vivibilità dei nostri spazi aperti – commentano il sindaco Emanuele Antonelli e la vicesindaco e assessore allo Sviluppo del territorio Manuela Maffioli -.  L’Amministrazione ha il dovere e il diritto di vigilare che tutti si attengano a queste disposizioni e di intervenire qualora questo non avvenga, come nel caso del pubblico esercizio di piazza san Giovanni».

La nota del Comune

Lo Sportello Unico Attività Produttive  ha provveduto alla verifica delle modalità con cui un esercizio pubblico limitrofo a piazza san Giovanni ha occupato in questi giorni la piazza con tavolini, sedie, ombrelloni e una struttura mobile si legge in una nota ufficiale – Come si ricorderà, per sostenere il tessuto economico della città e supportare la ripresa, l’Amministrazione aveva deciso non solo la sospensione del pagamento della Tosap, ma aveva anche concesso la possibilità di ampliare la superficie già concessa in modo da permettere la presenza di tavolini, distanziati, pari quelli già autorizzati. E’ stata data anche la possibilità di presentare nuove richieste di occupazione per una superficie massima pari a quella necessaria per consentire la presenza di un numero di tavoli uguale ai quello dei tavoli presenti all’interno dell’esercizio  prima dell’epidemia. La procedura è stata molto snellita dal punto di vista burocratico ed esentata dai costi previsti dalla procedura ordinaria: nel caso di utilizzo degli spazi adiacenti al locale è stata infatti offerta la possibilità di procedere all’occupazione immediatamente dopo la presentazione di una comunicazione al Suap, accompagnata da una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Questa opportunità  è stata colta da moltissimi locali: sono ormai oltre cento gli esercenti che hanno presentato la comunicazione e contribuito a cambiare, con i loro allestimenti,  il volto della città. In queste ore, il Suap ha verificato alcune irregolarità da parte del gestore del locale di piazza san Giovanni: in particolare, la documentazione inoltrata è stata ritenuta incompleta perché mancante della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con la quale era necessario dichiarare il rispetto del Regolamento Tosap (nella fattispecie all’ art. 12 che definisce nel dettaglio gli arredi previsti) e l’impegno a sanare entro due giorni eventuali irregolarità, pena la revoca dell’occupazione. Ieri, durante un sopralluogo della Polizia Locale, è stata inoltre riscontrata, oltre all’occupazione di suolo pubblico costituita da tavoli, sedie e ombrelloni, anche la presenza di una struttura mobile (un rimorchio targato), non compresa tra gli elementi di arredo urbano ammessi e consentiti dalle linee applicative della deliberazione di Giunta. L’ufficio ha quindi richiesto l’integrazione della comunicazione e la rimozione immediata della struttura mobile non solo perché non ammissibile, ma anche  in vista della festa patronale di domani, giornata in cui si svolgerà proprio in basilica san Giovanni la messa solenne dedicata al patrono.

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