Saronno, accusato di minaccia aggravata perde le staffe in aula: «Denuncio il pm»

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BUSTO ARSIZIO – «Io ho pagato il pizzo. Io ti denuncio». Non rinuncia alle minacce nemmeno in aula Mohamed Badawi, ristoratore di Saronno, a processo dalle 13 di ieri, lunedì 29 ottobre, davanti al giudice Cristina Ceffa del tribunale di Busto Arsizio.

Minacce in aula

L’accusa principale a carico del cittadino egiziano è quella di minaccia aggravata nei confronti di dieci carabinieri. “Rei” di averlo denunciato. Badawi è arrivato in aula calmo: pochi giorni fa è stata assegnata una scorta al procuratore di Busto Gianluigi Fontana minacciato, dal ristoratore, insieme ad altri magistrati. La calma è durata pochissimo. E’ bastato che il difensore dei militari costituitisi parte civile a processo, Pietro Romano, chiedesse di integrare il capo di imputazione con un video dove l’imputato aggredisce uno dei carabinieri costituitisi in giudizio contro di lui, per farlo esplodere. Badawi ha «minacciato di denuncia il pubblico ministero – spiega Romano – ha iniziato a urlare di aver pagato il pizzo. Minacciando tutti come a suo modo. Sono anni che si comporta così. Chiunque controlli la sua attività. Chiunque, tra le forze dell’ordine faccia il suo dovere, verificando il suo operato, viene denunciato». E’ stato così per i carabinieri. E’ stato così per i magistrati.

Nessuna denuncia

In aula però soltanto Romano ha avuto la forza di reagire. Zittendo il ristoratore. «Il giudice – spiega l’avvocato – non ha detto nulla. Mi sarei aspettato che Badawi venisse fatto uscire dall’aula accompagnato dai carabinieri presenti. Mi sarei aspettato che il giudice denunciasse l’imputato, visto le minacce rivolte al pubblico ministero. Nulla». Per Romano Badawi «ha creato una sorta di sistema atto a garantirgli l’impunità. Se mi controlli io ti denuncio. E non importa che tutte le denunce a carico dei miei assistiti, quindi dei rappresentanti delle forze dell’ordine, siano state archiviate perché prive di fondamento – dice Romano – usa la minaccia per garantirsi l’eventuale impunità a fronte di qualche violazione. Punta al fatto che nessuno avrà più il coraggio di verificare la sua attività o i suoi comportamenti per paura di essere denunciato». Romano ha detto basta. «I miei assistiti hanno detto basta – conclude l’avvocato – ha sorpreso oggi il comportamento del giudice. Non ha nemmeno verbalizzato la richiesta del pm di personalizzare il fascicolo. Nonostante le minacce, nonostante il comportamento tenuto in aula».

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