Il ricordo del muro di Berlino a Busto. C’è anche la mostra di Comunità Giovanile

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BUSTO ARSIZIO – Il Tempio Civico da oggi è pronto per ricordare il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, che ricorre sabato 9 novembre, nel “Giorno della libertà in ricordo dell’abbattimento del muro di Berlino”. L’allestimento anticipa le celebrazioni ufficiali, in programma sabato, con l’inaugurazione della mostra di Comunità Giovanile dedicata all’anniversario storico. E ha avuto un “antipasto” di polemica in consiglio comunale.

Il programma delle celebrazioni

L’allestimento predisposto al Tempio Civico è dedicato al concerto improvvisato dal violoncellista Mstilav Rostropovich il 9 novembre 1989 al checkpoint Charlie di Berlino Est, emblema dei tragici tentativi di fuga dalla Germania comunista. Un’anticipazione del programma di celebrazioni messo a punto per sabato mattina, 9 novembre, dall’amministrazione. Alle 10, il sindaco Emanuele Antonelli abbatterà con un gesto simbolico un piccolo muro realizzato nello spazio antistante al Tempio Civico, invitando cittadini e studenti che vorranno intervenire a riflettere sui valori di libertà, pace e democrazia. A seguire, alle 10,30, nel cortile del Municipio è in programma l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata all’anniversario, realizzata da Comunità Giovanile con la collaborazione dell’amministrazione comunale. Interverranno il direttore di Orwell.Live Guido Giraudo e il giornalista Augusto Grandi.

Tenere vivo il ricordo

«Un appuntamento doveroso da ricordare – commenta la vicesindaco e assessore alla Cultura Manuela Maffioli – attraverso i linguaggi della cultura e della fotografia, cerchiamo di tenere vivo nella memoria collettiva, ma soprattutto nella coscienza collettiva, il grande significato di quel 9 novembre 1989. Credo che la cultura sia lo strumento principe per fare questo perché non ha confini, non ha barriere, e se c’è qualcosa che riesce davvero ad arrivare a tutti è proprio il meta-linguaggio dell’arte».

In consiglio però c’è stata polemica

Le celebrazioni del 9 novembre hanno avuto però una nota polemica in consiglio comunale, quando la maggioranza ha respinto la richiesta avanzata dal gruppo consiliare del Partito Democratico di abbinare il ricordo del “muro della vergogna” di Berlino alla denuncia dei tanti “muri della vergogna” che crescono nel mondo. Perché, come si legge nell’interrogazione depositata in Consiglio da Valentina Verga, Cinzia Berutti e Valerio Mariani, «insieme ai muri di cemento armato e di filo spinato si vanno innalzando tanti altri muri invisibili: i muri della miseria e delle disuguaglianze, della violenza e dell’esclusione sociale, dell’antagonismo infinito e della competizione selvaggia, della paura e dell’indifferenza, del pregiudizio, dell’intolleranza e dell’odio». Mariani & C. avevano chiesto di anticipare il punto per poter discutere prima della data dell’anniversario la proposta di «organizzare sabato 9 novembre 2019 presso il Tempio Civico un momento di Festa della fraternità, della libertà e della pace valorizzando le esperienze positive di economia sociale e solidale, accoglienza, fraternità presenti sul territorio», ma la maggioranza, per voce del sindaco Antonelli, ha detto di no, assicurando che il ricordo del trentennale del Muro sarebbe stato comunque adeguato. E costringendo così il gruppo PD al ritiro, polemico, del punto dall’ordine del giorno.

Svilito il ruolo dei consiglieri

«Con il ritiro del punto – interviene il presidente del consiglio Valerio Mariani – abbiamo voluto evidenziare l’incapacità di un intero consiglio comunale di celebrare degnamente il proprio ruolo con un atto di indirizzo politico che voleva denunciare quel muro che trent’anni fa divise per un quarto di secolo l’Europa. E ricordare che anche oggi esistono tanti muri che molti Paesi stanno erigendo sulla paura. La nostra posizione non voleva essere polemica, ma semplicemente una constatazione che ancora una volta i gruppi consiliari di centrodestra per bocca del sindaco Antonelli hanno visto svilire il proprio ruolo non votando un atto che ribadiva il Tempio civico quale luogo permanente di educazione alla pace».

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