Busto, musei chiusi ma vivi. Già allestita la nuova mostra a Palazzo Cicogna

premio farioli palazzo cicogna

BUSTO ARSIZIOLa pandemia chiude i musei, ma non ferma la cultura a Busto Arsizio. Ecco allora che, nonostante le stringenti norme imposte nei territori di zona rossa, a Palazzo Cicogna ci si è già messi al lavoro per allestire una nuova mostra. «Perché la cultura è necessaria e rimane sempre viva», commenta il vicesindaco e assessore alla Cultura, Manuela Maffioli.

I lavori continuano

L’ennesimo duro colpo alla socialità e alla cultura, quello dell’ultimo Dpcm che chiude i musei, ma a Busto non ci si arrende e continua il lavoro per l’organizzazione delle iniziative culturali già programmate dall’amministrazione comunale. Oggi, sabato 7 novembre, non si potrà aprire al pubblico la mostra “La voce del corpo”, degli scultori Piero Scampini e Paola Ravasio, programmata nell’ambito della rassegna “Uno spazio per l’arte”.

La cultura resiste

Tuttavia, durante la settimana, gli artisti hanno comunque proceduto all’allestimento e le opere, ora posizionate nelle sale di Palazzo Cicogna, in attesa di un miglioramento della situazione sanitaria e della possibilità di riaprire i musei, sono pronte per essere ammirate. «Noi non desistiamo – afferma Maffioli – e quindi abbiamo comunque allestito la mostra. Così da essere pronti: non appena i musei riapriranno, potremo immediatamente offrirla al pubblico».

Un assaggio dell’esposizione è comunque visibile: si tratta di “Ombre” la grande scultura “di Pietro Scampini, posizionata in piazza Vittorio Emanuele proprio per accompagnare la mostra allestita all’interno delle Civiche raccolte, dove, fino a domenica scorsa, si poteva ammirare l’installazione di fiber art ‘Thumos’ di Daniela Frongia. Opera che ha riscosso un gran successo tra il pubblico, con 610 visitatori. «Un chiaro segno dell’interesse per questa forma dell’arte contemporanea che ha trovato a Busto, città da sempre legata a doppio filo al tessile, un palcoscenico ideale».

Continuiamo a progettare il futuro

L’obiettivo dell’amministrazione è proprio quello di «superarci sempre quando si parla di cultura, senza porci dei limiti. Anche per questo abbiamo preparato un calendario di mostre per Palazzo Cicogna davvero ambizioso, con nomi grandi e grandissimi, che speriamo di poter confermare, compatibilmente con le misure restrittive imposte dall’emergenza sanitaria», commenta Maffioli. Il cui assessorato sta appunto lavorando ad altre mostre inserite nella programmazione di “Uno spazio per l’arte”.

Oltre alle sculture di Ravasio e Scampini, le sale del Palazzo accoglieranno, in date che verranno riprogrammate appena possibile, le opere di fiber art di Giovanna Giachetti, i ritratti realizzati con cannucce in plastica di Andrea Polenghi e le opere in mosaico di materiali plastici di Letizia Lanzarotti, i dipinti e le celebri opere Lara Martinato e Paolo Schmidlin.

Con qualche novità

Pronta per essere allestita e visibile non appena sarà consentito è anche la mostra più significativa della stagione dal punto di vista storico: si tratta di ‘Giuseppe Bossi e Raffaello nelle collezioni civiche e private’, organizzata in stretta relazione e collaborazione con l’omaggio che il Castello Sforzesco, renderà a Raffaello nel cinquecentesimo anniversario della morte, nell’ambito del progetto diffuso “Raffaello. Custodi del mito in Lombardia”. Infine, in primavera, pandemia permettendo, tornerà il Festival Fotografico Europeo organizzato dall’Archivio Fotografico Italiano, con il meglio della fotografia nazionale e internazionale.

Le Ombre di Scampini: torna l’arte in piazza Vittorio Emanuele a Busto

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