No Accam coi gialloverdi di Busto: «Basta inceneritore. Lo diceva anche il sindaco»

BUSTO ARSIZIO – «Un ultimo tentativo per salvare Accam? No, Borsano non ci sta». Il comitato No Accam torna ad uscire allo scoperto e, mentre a Busto maggioranza e opposizione ragionano sulla Newco con Amga e Agesp, grida nuovamente «Basta!». Lo fa con parole senza appello: «Basta con questo inceneritore! Basta ultimi tentativi! Basta tradimenti!». In quest’ultimo caso c’è anche il sindaco Emanuele Antonelli nel mirino: «Aveva dichiarato in campagna elettorale che l’impianto andava spostato altrove e l’area bonificata e trasformata in un parco». Il comitato si schiera invece con chi appoggia lo spegnimento dell’impianto: il redivivo asse gialloverde Lega-Movimento Cinque Stelle e una parte del gruppo Idee in Comune.

Le “consultazioni” con i gruppi consiliari

Il comitato No Accam, all’indomani dell’assemblea che ha varato la Newco con Amga e Agesp per il piano “salva-Accam”, aveva iniziato una serie di incontri con le forze politiche di Busto e di Legnano: «Con la sola eccezione di Lega, Movimento 5 Stelle e alcuni esponenti del gruppo Idee in Comune – l’esito delle “consultazioni” – tutti gli altri gruppi vedono esporre convinzioni più fumose che sfumate e in gran parte portate a proseguire l’attività di incenerimento a tempo indeterminato». Il che ha rinfocolato le preoccupazioni: in primis per le «conseguenze sulla salute derivanti da 50 anni di attività di un inceneritore che ne ha viste di tutti i colori», ma senza dimenticare «lo sfacelo finanziario patrimoniale ed anche giudiziario, che hanno portato questa azienda pubblica ad un passo dal definitivo fallimento».

La promessa mancata di Antonelli

Un fallimento che per i No Accam, sarebbe stato «evitabilissimo, così come le forti perdite di capitale, se fosse stata mantenuta la decisione presa nel 2015 di chiudere l’impianto nel 2017». Non è avvenuto, e il comitato lo imputa anche al sindaco Antonelli il comitato che nella campagna elettorale nel 2016 aveva dichiarato «testualmente» che “la superficie di Borsano deve essere bonificata e trasformata in un parco e l’impianto va costruito altrove”. Parole che, «in un territorio (quello di Borsano) da anni attivo per la chiusura dell’inceneritore – rinfacciano i No Accam – ha avuto senz’altro il suo peso nell’esito delle votazioni».

«Piano scollegato dalla realtà»

Ora invece si parla di un nuovo slittamento della data di scadenza, dal 2027 al 2032. Fissata dall’«ennesimo piano industriale. Come i precedenti, così scollegato dalla realtà che ai pochi destinatari che hanno potuto leggerlo non è ancora passato il mal di testa e l’incredulità. Solo uno sprovveduto può credere a guadagni infiniti derivanti dall’incenerimento dei rifiuti». Ma per qualcuno, sostengono i No Accam, il prossimo passo sarà forse «l’immortalità dell’inceneritore». Che nel frattempo, «ha bruciato 20 milioni di euro di capitale sociale e, dopo l’ultimo incendio (con l’assicurazione disdetta dagli amministratori finiti sotto la lente della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei Poveri”) e le perdite derivanti dal blocco dell’attività, si è bruciato anche le ultime esili stampelle che lo reggevano».

«Ultimo tentativo? No, grazie»

In questo scenario, la conclusione del Comitato No Accam, «ora gli stessi amministratori pubblici che hanno (mal)gestito ACCAM negli ultimi quattro anni, cercano l’appoggio di tutto il consiglio appellandosi al “buon senso” del padre di famiglia (“se fosse la vostra impresa, non tentereste un ultimo sprint per salvarla”?) dicendo che questo nuovo piano industriale sarà l’”ultimo tentativo”!». Oltretutto, «senza verificare che la popolazione, in particolare di Borsano, fosse disposta a dare ancora credito a questo “ultimo tentativo” (sarà davvero l’ultimo?)». La risposta del Comitato è chiara: «Noi non ci stiamo. Questo scenario preoccupa tutti noi, come uomini e donne che vivono in questi territori ma anche come cittadini: ci sentiamo schiacciati e traditi da scelte che hanno importanti conseguenze sulla qualità della vita nostra e anche dei nostri figli e nipoti. Questo territorio, con 50 anni alle spalle di pacifica convivenza, ha già dato abbastanza, anzi troppo!».

busto arsizio comitato no accam – MALPENSA24