Busto, personale ridotto all’osso a Palazzo Gilardoni. Allarme dei sindacati

rogora antonelli centrodestra busto

BUSTO ARSIZIO – Fuga da Palazzo Gilardoni, i sindacati lanciano l’allarme: «Il personale è ridotto all’osso. Chi se ne va non viene sostituito. Inutile girarci intorno, siamo preoccupati». Le problematiche legate ai dipendenti pubblici del Comune è un problema che viene messo sul tavolo dai rappresentanti sindacali insieme a un’altra questione piuttosto intricata: quella inerente il fondo della previdenza complementare degli agenti di polizia municipale. Ma andiamo con ordine.

Da un fondo all’altro

La prima cosa da sapere è che il Comune, dal 2010, versa una quota delle contravvenzioni su un fondo di un’assicurazione privata (individuata a suo tempo secondo quanto previsto dalla normativa) per la pensione integrativa dei vigili urbani. Questo fino al 2018, quando il contratto nazionale prima e quello decentrato poi contemplano un cambio di destinazione della quota. Che continua a essere versata da Palazzo Gilardoni, ma su un nuovo fondo. Senza che nessuno abbia prima avvisato le componenti sindacali. Le quali ora lamentano una totale mancanza di trasparenza da parte dei funzionari che hanno gestito la partita, i quali, secondo quanto sostengono li hanno tenuti all’oscuro. A lamentare la cosa sono i rappresentati di Cgil, Cub e Adl dell’Rsu. «Quanto accaduto è grave – dicono – poiché in sede di trattante abbiamo sempre detto di voler continuare sul fondo originario, visto che c’era la possibilità di farlo. L’amministrazione, prima ci ha detto di voler approfondire se ciò era possibile, mentre poi senza avvisarci ha versato la quota sul nuovo fondo e senza avviso». Anzi, aggiungono i sindacati: «Venti giorni fa abbiamo chiesto chiarimenti alla dirigente del settore competente, la quale ha detto che avrebbe verificato. Ora invece scopriamo che esiste una determina, che dice che il versamento è stato fatto sul nuovo fondo, “sentito la dirigente competente”». E in conclusione aggiungono: «Hanno deciso al posto dei lavoratori ed è stato delegittimato il tavolo sindacale».

Sulla questione l’assessore Chiesa risponde: «Non c’è stata alcuna volontà di prevaricare il ruolo del sindacato e non c’è nemmeno un muro contro muro sulla vicenda. Le scelte sono state fatte anche sulla base delle indicazioni dell’Aran, che dice in maniera inequivocabile su quale fondo versare quelle quote. In ogni caso stiamo approfondendo anche con un quesito alla Funzione pubblica. Insomma non c’è alcuna forzatura».

La questione personale

I sindacati non sono neppure teneri sul tema più ampio del personale. «Sono più di venti i dipendenti che andranno in pensione. E che non verranno sostituiti, perché non si fanno i concorsi. A questi bisogna aggiungere chi sceglie di andare a lavorare in Regione o in altri Comuni. Ormai qui a Palazzo Gilardoni siamo ridotti all’osso». E non si vede via d’uscita: «Per quanto riguarda la polizia locale sono almeno dieci anni che sentiamo parlare di organico insufficiente e gli obiettivi fissati vengono raggiunti con gli straordinari programmati. Inoltre abbiamo registrato un ritardo anche sui pagamenti delle turnazioni. Hanno appena saldato gennaio e febbraio e ancora devono pagare marzo e aprile». E infine: «Difficile andare avanti così e non possono nemmeno pensare di risolvere la questione facendo abbondante uso della dote comune e pensare di sostituire chi va via in quel modo».

Si fa il possibile

«Le difficoltà ci sono, ma non è vero che non si fanno i concorsi – spiega l’assessore al Personale Alessandro Chiesa – Anzi, siamo stati proprio noi a riaprirli dopo anni. Purtroppo dobbiamo fare i conti con le leggi nazionali che non permettono nuove assunzioni, con scelte fatte negli anni Novanta e che da molto tempo mettono sotto stress la struttura e da un budget bloccato. Senza dimenticare, inutile nasconderlo, che il Comune di Busto è meno appetibile rispetto ad altri, poiché a parità di incarico e livello da noi lo stipendio è più basso per questioni pregresse». E infine conclude Chiesa: «La situazione non è semplice, ma c’è da parte nostra la volontà a gestire le questioni personali come quelle legate alla mobilità e di aprire, ogni volta che c’è la possibilità, i bandi».

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