Busto, per i senzatetto spazio diurno ai Frati, in stazione arrivano mensa e docce

BUSTO ARSIZIO – La parrocchia del Sacro Cuore apre sempre di più le porte ai senzatetto con “Un caffè dai Frati”, uno spazio situato esattamente a fianco della Chiesa di piazza Padre Gentile Mora in cui gli ospiti del rifugio della stazione possono trascorrere le ore diurne «trovando calore», come sottolinea uno dei clochard accolti. Umano oltre che fisico.

Il taglio del nastro

Lo spazio, tecnicamente definito “drop in”, è attivo già da qualche mese ma, dopo una fase di test, è stato inaugurato stamattina, 10 maggio, alla presenza del sindaco Emanuele Antonelli, del Prevosto monsignor Severino Pagani e dell’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni. La quale ha annunciato ai volontari di SOS Stazione una novità molto attesa: «RFI ha dato l’ok a concedere lo spazio sul retro del “dormitorio” per posizionare un prefabbricato di 180-200 metri quadrati da utilizzare per la mensa e le docce».

“Un caffè ai Frati”

«Oltre ai pasti, che sono fondamentali, qui c’è calore e tanto affetto» sottolinea Antonelli, già volontario di “Quelli della Tavola” prima di diventare sindaco, come ricorda Maria Sorbi di Comunità Giovanile, la giornalista che ha condotto la presentazione. «Questa è un’opera-segno – aggiunge Francesco Nicastro, responsabile della Caritas decanale – questa casa è un segno e un richiamo per tutta la città. Un bel punto di partenza ma anche di arrivo». Detto ricordando dove tutto ebbe inizio, «quando in stazione inciampai nel mio vicino di casa e con Luigi Lomazzi della Croce Rossa iniziammo a presentarci con il thermos del tè e le brioches». Oliviero Motta, della Cooperativa Intrecci della Caritas, fa notare che lo spazio ha già ospitato «più di 80 persone in tre giornate di apertura, un punto di riferimento importante che ha rigenerato l’azione di accoglienza».

Le testimonianze

Per Samuele è «una rivoluzione avere a disposizione un locale dove trovare calore», perché si trovano anche «supporto psicologico e occasioni di dialogo» che «permettono di stare lontano da certi tipi di ambiente, riducendo così il danno sociale». “Danielone” riesce solo a dire «grazie ai volontari» che lo hanno avvicinato in stazione «per l’opportunità di farci conoscere e di aprirci piano piano». Dario, che ha perso il lavoro dopo 33 anni per un problema psicofisico, grazie a SOS Stazione ha trovato un alloggio nella Residenza Magistrelli-Armiraglio di via Catullo, e oggi dice: «Spero di trovare casa in affitto, un piccolo lavoro part time e rimettermi in carreggiata, diventare “un civile”».

I senzatetto della stazione

Sono solo tre delle persone che gravitano attorno al rifugio dei senza fissa dimora aperto da anni nei locali dell’ex pesa in piazza Volontari della Libertà, a fianco della stazione “centrale” di Busto FS. «Per il 90% italiane e di Busto Arsizio» spiega Emilio Lonati, uno dei responsabili di SOS Stazione, il coordinamento delle associazioni (Caritas, Parrocchia Sacro Cuore, Croce Rossa, Comunità Giovanile-Quelli della Tavola, Ali d’Aquila, Acli, Siticibo-Banco Alimentare, Fondazione Giannina Tosi, Casaringhio) che «da dieci anni, in silenzio, tutte le sere, sabato, domenica, Natale e Capodanno inclusi, portano la cena e si relazionano con le persone».

Le richieste di SOS Stazione

L’obiettivo è «coniugare il decoro della stazione e la dignità delle persone», con SOS Stazione che, per voce di Emilio Lonati, chiede all’amministrazione «un dormitorio pubblico più grande, un prefabbricato per distribuire e consumare la cena, un’area pubblica per un orto e mini alloggi per i senzatetto con il Reddito di Cittadinanza che non riescono a trovare soluzioni abitative in affitto». Oggi molto fa la Fondazione Giannina Tosi presieduta da Paola Magistrelli, figlia del grande Piero: «Ospitiamo nella Residenza Magistrelli-Armiraglio 15 persone senza ricevere un euro di soldi pubblici – spiega Diego Cornacchia, presidente della Fondazione Anfass-Lions Ravera che è il braccio destro della Fondazione Tosi – in 12 anni dai nostri 9 appartamenti sono entrate e uscite 82 persone».

Le risposte di Reguzzoni

Su questo fronte l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni ha dato diverse risposte positive ai volontari. Detto del prefabbricato per mense e docce, «per l’orto ci stiamo attrezzando, entro giugno ce l’avrete», mentre per gli alloggi ci vorrà forse più tempo, ma «con il PNRR puntiamo a realizzare una stazione di posta con 20 mono e bilocali, cuscinetto tra il dormitorio e la casa popolare, da collocare in zona Stazione Nord, che versa in condizioni ancora peggiori rispetto alla Stazione FS». In linea con monsignor Pagani, che invita a «un investimento più grande nei servizi sociali». Perché le emergenze, come gli sfratti dopo tre anni di blocco, rischiano di deflagrare a breve.

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