Una mensa per i clochard a Busto: «Può essere realizzata con il centro cottura»

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BUSTO ARSIZIO – «La mensa dei poveri invocata da monsignor Pagani? Sfruttiamo l’occasione del progetto del centro cottura in zona industriale per “strapparla” al privato». È l’idea di Mario Cislaghi, già assessore ai servizi sociali, che raccoglie la «utile provocazione» alla classe politica cittadina che il Prevosto monsignor Severino Pagani ha sollevato in occasione dell’omelia del Te Deum, nella Messa del 31 dicembre scorso.

L’idea

mario cislaghi busto alerMario Cislaghi, che era stato assessore ai servizi sociali nell’ultima parte del secondo mandato da sindaco di Gigi Farioli, un’idea ce l’ha su come realizzare una mensa dei poveri (quella vera, niente a che vedere con l’inchiesta che ha terremotato la politica del Varesotto) a Busto Arsizio, ritornando sulle suggestioni che monsignor Severino Pagani ha lanciato, ancora una volta, alla politica cittadina in occasione del Te Deum in San Giovanni. «Così come ai privati che realizzano un edificio residenziale o un nuovo supermercato il Comune chiede strade e rotatorie a scomputo degli oneri di urbanizzazione dovuti – il ragionamento di Cislaghi – io credo che, nell’ambito della finanza di progetto che porterà finalmente alla realizzazione del centro cottura in zona industriale, l’amministrazione possa inserire la richiesta di sistemazione di uno spazio, magari di proprietà comunale, da destinare ad una mensa dei poveri, da far gestire poi al mondo del volontariato». Sulla scorta di quanto proposto da monsignor Pagani, che invoca la ristrutturazione di un capannone dismesso o di un immobile inutilizzato, da mettere a disposizione delle energie del terzo settore come una sorta di “cittadella del bisogno”. Per chiarire, un’opera a carico del privato che si aggiudicherà il project financing del centro cottura, ma da realizzare all’infuori degli spazi del centro cottura.

La situazione in città

Oggi in città il polo di riferimento attorno a cui gravitano i bisognosi in cerca di un pasto caldo sono le Acli di via Pozzi, nei locali della parrocchia di San Giovanni, ancor più della storica mensa dei Frati e del punto di distribuzione che Croce Rossa e Comunità Giovanile hanno attivato nella stazione FS a latere dell’esperienza del rifugio per i senzatetto. Ma l’idea di creare una struttura unica, con dormitorio e mensa, che possa far convergere i bisognosi e i clochard della città, evitando anche la dispersione di energie in diversi rivoli, piace anche all’ex assessore Cislaghi. «Quando ero in giunta avevo intavolato una trattativa con RFI per poter ottenere in affitto anche i locali dell’ex deposito delle biciclette della stazione, a fianco del rifugio per i senzatetto – ricorda l’esponente della giunta Farioli – l’iter non arrivò a conclusione, ma credo che quel filo si possa riallacciare, mettendo insieme le risorse che servono – pubbliche, private e del volontariato – come si fece ai tempi dell’attivazione del rifugio. Io sono pronto a collaborare e credo che, sulla spinta di Monsignore, la politica possa mettersi al lavoro senza inutili polemiche».

busto mensa poveri cislaghi – MALPENSA24