Busto prepara l’accoglienza dei profughi ucraini. Alloggi alla Casa don Lolo

BUSTO ARSIZIO – La macchina dell’accoglienza è già in moto, e avrà la sua base operativa nella “Casa Don Lolo” di viale Stelvio, ma dall’amministrazione non arrivano appelli: «Aspettiamo certezze su procedure e numeri prima di definire interventi e aiuti mirati». Lo hanno dichiarato questa mattina, 28 febbraio, il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, facendo il punto della situazione sulle iniziative assunte (anche insieme all’assessore Mario Cislaghi) per rispondere alla grande mobilitazione di solidarietà sulla crisi Ucraina. Di certo c’è che è stato individuato il luogo che farà da punto di riferimento rispetto all’emergenza accoglienza: la casa intitolata a don Isidoro Meschi, situata all’interno del sedime dell’ospedale di Busto Arsizio.

La Casa Don Lolo

La palazzina all’angolo con via dei Sassi, in passato utilizzata per far alloggiare i familiari dei pazienti ospedalizzati, è libera dai tempi del primo lockdown: «Il direttore generale di Asst Valle Olona Eugenio Porfido ha subito acconsentito al suo utilizzo – rivela il sindaco Antonelli – attendiamo solo l’autorizzazione formale della direzione ospedaliera e di Regione Lombardia. Provvederemo alla gestione con i nostri mezzi o con l’aiuto delle associazioni, in primis l’oratorio di San Giuseppe e la Protezione Civile». In mattinata i tecnici di Agesp e di Asst hanno già eseguito un sopralluogo alla Casa Don Lolo, che necessiterebbe solo di una ripulita e dei nuovi allacci. «Non sarà un centro di accoglienza stile via dei Mille – sottolinea l’assessore Paola Reguzzoni – gli alloggi disponibili, per una trentina di posti, sono dei mini appartamenti, sistemazioni dignitose, che serviranno sia per chi non ha appoggi sul territorio, sia per esigenze temporanee».

In attesa delle procedure

Paola Reguzzoni e il sindaco Emanuele Antonelli

La Casa Don Lolo presto sarà pronta, ma la macchina però non è ancora arrivata al punto di iniziare ad accogliere. L’amministrazione sta compiendo un passo alla volta: «Abbiamo appena scritto al Prefetto e al Questore per capire come accogliere le persone che sono in arrivo – spiega il sindaco Antonelli – ci sono tante disponibilità in città ma le procedure ancora non sono chiare. Se non partecipiamo a troppe manifestazioni è perché ci stiamo impegnando sulla parte pratica». Riferimento alle polemiche innescare dal comitato antifascista sul silenzio della maggioranza di centrodestra sulla vicenda ucraina. Il punto, come fa notare l’assessore Paola Reguzzoni, è che «sul versante burocratico/istituzionale non ci sono ancora per questi profughi delle procedure di riconoscimento dello status di rifugiato, in attesa che dal Viminale venga emessa una circolare ad hoc. Chi arriva oggi lo fa come turista con il suo passaporto» Anche per quanto riguarda i minori non accompagnati, l’assessore si aspetta che possano essere «accolti al di fuori delle procedure standard», vista la particolarità della situazione e la presenza, in molti casi, di famiglie in cui sono già stati ospiti. Al momento infatti, ci sono alcuni profughi già in viaggio, con tutte le difficoltà e gli imprevisti del caso, un po’ in autonomia e un po’ nell’ambito dei contatti Aubam, oltre alle famiglie, già conosciute per le esperienze di accoglienza del passato, che il parroco di San Giuseppe Don Giuseppe Tedesco è andato a recuperare con un pulmino in Polonia. In tutto almeno «una trentina di persone», che potrebbero rappresentare la “prima ondata” di accolti in città. Per tutti questi casi, palazzo Gilardoni sta «organizzando con i servizi sociali una rete di supporto sia per i bambini che per gli adulti dal punto di vista educativo e psicologico – fa sapere Reguzzoni – attivando le nostre eccellenze del terzo settore per affrontare le esigenze che emergeranno.

No appelli, per ora

L’amministrazione si è mossa subito «con azioni concrete», ma non vuole fare il passo più lungo della gamba: «Non facciamo appelli né proclami per raccogliere fondi – ribadisce Antonelli – aspettiamo indicazioni precise di quello che serve da mandare là, perché è meglio raccogliere aiuti mirati per non sprecare niente. È tutto in divenire». Anche Reguzzoni, che ammette di essere stata «tempestata di chiamate» per tutto il weekend, tra richieste di disponibilità all’accoglienza e offerte di aiuti da spedire in Ucraina, aggiunge: «Nessun appello all’accoglienza fino a che non ci sarà nulla di definito su come muoverci».

busto arsizio accoglienza ucraina – MALPENSA24