Busto, scintille in consiglio. Pd contro gli aumenti tariffari. «Ma approvati mesi fa»

BUSTO ARSIZIO – Primo consiglio comunale dopo la pausa estiva, e sono subito scintille tra maggioranza e opposizione. È il documento unico di programmazione 2023-2025 a scaldare gli animi in sala esagonale. «Tutte le tariffe sono aumentate» accusa il PD, per voce del capogruppo Maurizio Maggioni. «Forse non ve ne siete accorti, ma le tariffe sono state approvate dieci mesi fa con il bilancio preventivo» ribatte l’assessore Paola Reguzzoni. E addirittura Matteo Sabba, consigliere della Lista Antonelli, si “candida” a fare opposizione: «Facciamo che per un mese mi siedo di là?».

Il “caso” tariffe

La reprimenda del PD sugli aumenti tariffari viene corroborata dall’intervento del segretario cittadino Dem Paolo Pedotti, che cita «l’addebito forfettario delle spese per l’affitto delle sale, che si poteva evitare», ma anche «gli abbonamenti del trasporto pubblico locale, il cui costo è pari a quello della città di Milano» e le tariffe delle mense, con «la soglia di Isee di 5000 euro che è molto bassa». E se Sabba si dice «perplesso da un’opposizione che critica aumenti risibili, a fronte di un’inflazione all’8%, mentre sul pesante aumento della Tari sembrava che eravamo solo noi dalla maggioranza a criticare», l’assessore al bilancio Maurizio Artusa replica che «è un film che non esiste. In realtà gli aumenti sono adeguamenti Istat di pochi centesimi, che negli ultimi anni Busto non aveva fatto». Poi è Reguzzoni a gelare il PD: «Le tariffe si approvano con il bilancio preventivo, nel DUP vengono solo riportate».

Il match con il sindaco

Il secondo round di polemica vede come protagonista il sindaco Emanuele Antonelli. Che non ci sta a sentire le critiche di Gianluca Castiglioni (Busto al Centro), che parla di «copia-incolla pedissequo, come ogni anno, di un libro dei sogni di 500 pagine che non si riesce a leggere», e di Santo Cascio (Progetto in Comune), che contesta «la mancanza di programmazione, al di là di un rimaneggiamento dei conti». Antonelli sbotta: «Non inventate scuse, quando eravate in maggioranza in Forza Italia leggevate e votavate i DUP – la polemica con BaC – preferirei che diceste che votate contro siccome siete all’opposizione».

Programmazione o no?

E ancora: «Non la vedete, ma la programmazione c’è, ed è grossa, come con il Pnrr, per il quale siamo preoccupati di non riuscire a spendere i soldi. Non venitemi a dire storie, non avete nemmeno idea del lavoro che c’è dietro. Anche perché ad aprile un sottopasso lo inauguriamo e l’illuminazione per foruna è quasi completata, a dimostrazione che le cose vanno avanti. Potevamo anche inventarci 5 milioni di opere con i dividendi delle partecipate, ma sappiamo già che per qualche anno non li prenderemo». Alla fine la maggioranza approva il documento, con Isabella Tovaglieri (Lega) che ringrazia «la giunta per aver proposto un DUP ambizioso, nonostante le difficoltà del momento».

Il no di Pedotti «per Draghi»

Poi è la volta della variazione di bilancio. Su cui il consigliere del PD Paolo Pedotti annuncia il suo voto contrario richiamando «la caduta del governo Draghi nel momento peggiore, causata da Lega, Forza Italia e M5S», in riferimento alla difficoltà dichiarata dalla giunta sulle risorse a disposizione. Non è colpa dell’amministrazione, ma politicamente sono responsabili. «Mi chiedo come il segretario del PD possa in coscienza sostenere l’appoggio al Presidente del Consiglio quando il suo partito si presenta alle elezioni insieme a forze politiche che per 55 volte non hanno votato la fiducia al suo governo» fa notare dai banchi del pubblico il coordinatore di Italia Viva Davide Boniotti.

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