Busto, traffico illecito di rifiuti: nuovo processo per la famiglia Accarino

BUSTO ARSIZIOTraffico illecito di rifiuti, gestione di rifiuti non autorizzata e realizzazione di discariche abusive. Queste le ipotesi di reato che lo scorso 20 ottobre portarono a 16 arresti in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda. Le regioni coinvolte nella maxi inchiesta sono Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia: circa 24mila le tonnellate smaltite illecitamente da vari impianti del Nord Italia secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.

Gli arresti ad ottobre

Il blitz di ottobre coinvolse anche Mario e Francesco Accarino, per i quali oggi, martedì 30 marzo, si è aperto il processo in tribunale a Busto Arsizio. Prima udienza soft con ammissione prove e rinvio al prossimo 20 aprile quando saranno ascoltati i primi testi dell’accusa. Il nome della famiglia Accarino da anni viene associato all’ecomafia, oggi, però, Francesca Cramis, difensore di Francesco Accarino in relazione alla posizione del proprio assistito sottolinea come «Abbiamo deciso di affrontare il dibattimento (rinunciato al rito abbreviato che avrebbe garantito lo sconto di un terzo di pena in caso di condanna) in quanto certi di poter dimostrare la totale estraneità ai fatti di Francesco».

Le ipotesi di reato

A far partire le indagini, alcuni controlli nella ditta “Waste Mag srl“, da cui sarebbe stato possibile ricostruire la presunta rete criminale e il piano che prevedeva lo smaltimento abusivo di rifiuti indifferenziati urbani, da produzioni industriali e artigianali, ma anche di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) stoccate e abbandonate in capannoni industriali dismessi, in tutto il Nord. Solo per una di queste operazioni gli inquirenti hanno stimato un profitto che sfiorava il milione di euro.

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