Busto, seduce e truffa le sue vittime. Poi le minaccia: «Ti sciolgo nell’acido»

busto truffatore seduttore

VALLE OLONA – «Ti ammazzo. Ti sciolgo nell’acido». Seduttore, truffatore seriale e violento. Le sue vittime predilette? Donne sole e fiduciose verso il prossimo. Lui è un quarantaduenne originario di Macerata con brutti precedenti alle spalle che sembrerebbe però riuscire a nascondere a colpi di fascino e gentilezze. Almeno all’inizio. Lei è una cinquantenne indipendente, gran lavoratrice, amante dei viaggi, residente in Valle Olona e di certo non in cerca di un compagno in quel momento.

Galeotto fu un viaggio in treno

«Ci siamo incontrati nel novembre del 2014 – racconta la donna – Su un treno. Io andavo in Puglia, lui nelle Marche. Abbiamo iniziato a chiacchierare come accade spesso in treno durante i lunghi viaggi. Era simpatico, gentile, un uomo normale e galante. Questo mi è sembrato in quel momento e questo è apparso anche ad altre donne a quanto pare visto quello che ho poi scoperto». Lui si presenta come programmatore informatico e, prima di scendere dal treno, lascia alla cinquantenne il suo biglietto da visita. «Io ho raggiunto la Puglia per una vacanza – racconta la vittima – Ci siamo rivisti settimane dopo, a Milano e abbiamo iniziato a frequentarci». Un’amicizia che sfocia poi in una relazione affettiva. Niente di strano: due adulti si piacciono e si frequentano. E’ durante un breve viaggio nelle Marche «Che ha iniziato a rivelarmi la sua vera natura – spiega la donna – Siamo partiti di venerdì. Il sabato mattina mi ha dato un bacio e mi ha detto “ciao amore, vado a Pescara per un appuntamento, ci vediamo in serata”. Quando sono scesa per saldare il conto dell’albergo mi sono accorta che dalla mia borsa erano spariti i 400 euro in contanti che avevo portato con me». La donna intuisce cosa è accaduto: «La borsa era sempre rimasta in camera. I soldi poteva averli presi soltanto lui. L’ho chiamato, senza avere risposta. L’ho aspettato: ma da Pescara non è mai tornato». Qualunque donna avrebbe difficoltà a credere a una cosa del genere: sedotta e derubata da qualcuno che sino a poche ore prima era così gentile. «Ho iniziato a cercarlo, con insistenza. Ho iniziato a fare delle verifiche anche attraverso internet. Ho scoperto che era stato arrestato una prima volta nel 2011 perché con una complice drogava e derubava la preda che erano riusciti ad adescare. Ho scoperto che era stato arrestato nel 2017 per atti persecutori, piuttosto violenti, nei confronti della ex compagna».

«Voglio solo che a nessun’altra capiti quello che è accaduto a me»

Lei gli comunica che ha scoperto la sua vera natura e pretende che le restituisca quanto le aveva sottratto. Lui capisce che si mette male e ancora una volta avrebbe usato il fascino e la gentilezza per rabbonire la malcapitata. «Mi ha detto che mi avrebbe restituito i soldi – spiega la donna – Ha addotto mille problemi, mille tormenti. Ci siamo rivisti a Fano, per il Carnevale. Lì lui mi avrebbe restituito il denaro». E’ andata diversamente. «Spariva, riappariva, intanto io pagavo i conti al ristorante, i conti in albergo, persino i regali fatti al figlio – racconta la cinquantenne – Ho capito che mi stava prendendo in giro. Sono tornata a Milano. E ancora gli ho chiesto di ridarmi i soldi e di non farsi più vedere. E lì sono iniziate le minacce. Minacce di morte, insulti, cose devastanti. Ho iniziato ad avere paura. Sino a quando, capito che non avrei mollato, lui mi ha detto che mi avrebbe restituito i soldi. E lo ha fatto: dandomi due assegni completamente scoperti. L’ho denunciato. Finalmente avevo capito. L’ho denunciato e pochi giorni fa, a Busto, è stato rinviato a giudizio. Il 19 giugno si aprirà il dibattimento a Busto Arsizio. Non era nemmeno presente in aula, io non so se mi costituirò parte civile. Un risarcimento non mi interessa, non ha niente e vive in questo modo, probabilmente non rivedrà neanche uno dei circa mille euro che alla fine è riuscito a spillarmi ingannandomi. E’ accusato di truffa e minacce. Voglio soltanto giustizia, voglio che tutti sappiamo come si comporta in modo che non ci siano altre donne che si trovino a passare quello che ho passato io».

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