CSI: Busto Arsizio. Sulle scene dei crimini le analisi TomaLab. I casi Orlandi e Clericò

BUSTO ARSIZIO – Hanno analizzato i residui ossei ritrovati nel cimitero teutonico della Città del Vaticano escludendo che potesse trattarsi dei resti di Emanuela Orlandi e hanno inchiodato l’autore di un tentato femminicidio grazie alle tracce su un polsino di una felpa, ma hanno anche ispezionato la villa di Vito Clericò, l’omicida della promoter Marilena Re. Sono gli esperti del laboratorio di genetica forense di TomaLab, la sezione dello storico laboratorio di analisi mediche di via Ferrer a Sacconago, specializzata nei riscontri sulle tracce biologiche anche per conto della Procura della Repubblica e del Tribunale.

TomaLab

Fondato più di quarant’anni fa da Giuseppe Simoni, che nel 1983 con Bruno Brambati fu pioniere della diagnosi prenatale dai villi coriali, e da Federico Maggi, il laboratorio Toma, oggi Toma Advanced Biomedical Assays, acquisito al 100% da Impact Lab nel 2019 e presieduto da Vittorio Grazioli, è un’eccellenza mondiale nei settori della citogenetica, della biologia molecolare, della diagnostica prenatale e nello studio e ricerca delle patologie riproduttive. «Uno dei più grandi laboratori in Italia e in Europa, con circa 100 dipendenti» spiega il chief scientific officer di TomaLab, Francesca Romana Grati. «Dal 2019 ha anche una sezione di genetica forense – aggiunge Giorgio Portera, coordinatore dell’unità – con strumentazione e personale dedicato e accessi limitati, quasi “paranoici”, visto che lavoriamo con gli inquirenti».

Le analisi

Il laboratorio è certificato e dotato di ben tre sequenziatori automatici, «per non restare mai fermi», ma anche di «un apparecchio di ultima generazione all’avanguardia mondiale, DepArray di Menarini Silicon Biosystems, unico in Italia e tra i due presenti in tutta Europa (l’altro è a Monaco di Baviera), che permette di separare fisicamente le cellule all’interno di una traccia biologica» per individuare diversi profili di Dna in provette distinte. TomaLab analizza tracce prelevate dagli ufficiali di polizia giudiziaria sulle scene del crimine, ma esegue anche analisi di tracce in laboratorio, oltre a tamponi salivari per i test di paternità e parentali.

Il caso Emanuela Orlandi e gli altri

In questo modo, in un caso si è potuto identificare l’autore di una rapina a partire dai profili di DNA rintracciati sugli oggetti ritrovati sulla scena del crimine (guanti, cappellino, sigaretta, bottiglietta d’acqua), confrontandoli con la banca dati del Ris di Parma, da cui sono stati scoperti tanti collegamenti con altre rapine. Nel caso di un tentato femminicidio nell’hinterland milanese, le analisi sulla felpa di un indagato hanno permesso di rinvenire sul polsino delle tracce di sangue contenenti il DNA della vittima. L’attività recente di TomaLab che ha fatto più scalpore è stato l’incarico ricevuto dalla famiglia di Emanuela Orlandi, la quindicenne che viveva in Vaticano con la famiglia, misteriosamente scomparsa nel 1983, per analizzare i resti ossei ritrovati in un locale attiguo alle tombe del cimitero teutonico della Città del Vaticano dove alcune persone pregavano per la ragazza. «Su migliaia di ossa furono selezionati 58 residui compatibili con Emanuela Orlandi per età e sesso – racconta Giorgio Portera – dopo averli sezionati nel laboratorio di via Ferrer e datati con il radiocarbonio nei laboratori specializzati dell’Università del Salento, solo tre erano compatibili e sono stati analizzati». Escludendo che potessero essere attribuiti alla ragazza scomparsa.

La banca dati del DNA

«E grazie alla banca dati del DNA si possono riaprire i “cold case”» aggiunge il dottor Portera. Tema controverso, perché Davide Toscani, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio, ammette che «la nostra banca dati del DNA è all’anno zero, all’età della pietra», mentre potrebbe essere di grande aiuto per la soluzione dei casi. «L’evoluzione tecnologica – fa notare il Procuratore aggiunto di Busto Arsizio Giuseppe D’Amico – determina un sempre maggior utilizzo nelle indagini di questo mezzo di prova utilissimo. Ma va fatto in base ai dettami della Cassazione».

Le voci

«Un’eccellenza a livello nazionale e internazionale» dice di TomaLab il presidente del Tribunale di Busto Arsizio Miro Santangelo. «Un valido alleato di procure e tribunali, decisivo per risolvere “cold case” ma anche, visto che si avvicina il 25 novembre, i casi di violenza sessuale» il tributo dell’europarlamentare di Busto Isabella Tovaglieri. «Una realtà innovativa e attrattiva, che crea indotto economico per la città e posti di lavoro» la definisce il sindaco Emanuele Antonelli. Per la vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Manuela Maffioli, Toma è una delle «eccellenze che meritano di essere valorizzate, reali veicoli di promozione della città, la cui immagine, a uno sguardo esterno – e talvolta, purtroppo, anche interno – appare troppo spesso non all’altezza della sua elevata qualità». Nel corso del convegno sono arrivati anche i saluti del presidente della commissione sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti e quello dei presidenti degli Ordini degli Avvocati di Milano (Vinicio Nardo) e di Busto Arsizio (Angelo Proserpio), mentre erano presenti il consigliere dell’Ordine di Milano Alessandro Bastianello, l’assessore alla sicurezza di Busto Arsizio Salvatore Loschiavo e i luogotenenti dei Carabinieri Francesco Caseri e della Guardia di Finanza Giovanni Antico.

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