Caianiello: “Ho chiuso con la politica, a Varese e altrove. Al massimo do consigli”

Caianiello politica agorà varese
NIno Caianiello. Alle sue spalle l'amico di sempre Ciro Calemme

VARESE – “Io ho una parola sola. Ho detto che non mi occuperò più di politica e mantengo fede al mio proposito”. Nino Caianiello, l’ex mullah di Forza Italia in provincia di Varese, considerato il principale protagonista dell’inchiesta Mensa dei poveri, non ci sta ad essere tirato in ballo nelle attuali vicende varesine dei suoi colonnelli di un tempo, quando era il dominus di Agorà, la forte componente interna dei berlusconiani locali. Roberto Leonardi, già coordinatore forzista nel capoluogo, Roberto Puricelli e Ciro Calemme, si sono sfilati dal partito con interviste mirate e cadenzate nel tempo, uno alla volta, per riconoscersi in un non meglio definito polo civico. Un “partito non partito” che dovrebbe occuparsi di elezioni e, appunto, di aggregare gruppi di moderati e non solo, pronti a battersi per conquistare Palazzo Estense e, prima ancora, indirizzare le elezioni di secondo livello in Provincia.

Acqua passata

Una sorta di spina nel fianco del centrodestra o, meglio, di quel che ne rimane dopo le vicissitudini giudiziarie che hanno fiaccato Forza Italia e posto sotto indagine una serie di personaggi in qualche modo legati ad Agorà e a Caianiello. “Acqua passata” sottolinea con decisione proprio Caianiello a Malpensa24, smentendo ciò che in molti non solo sospettano ma, di più, affermano: cioè, che il mullah, riparato sottotraccia, tiri le fila di nuove tattiche e strategie e, manco a dirlo, delle defezioni eccellenti che si ripetono sia a Varese sia in altre città del Varesotto. “Niente di vero – incalza – Mi sono rimasti degli amici, coi quali ho appunto rapporti di amicizia e nulla più. Al massimo do consigli, se me li chiedono, ma io non partecipo più alle questioni politiche. Sono fuori da tutti i giochi, ho altri interessi: chi sostiene il contrario dice il falso”.

La nascita della Onlus

Gli “altri interessi” sono (sarebbero) da ricondurre alla costituzione di una Onlus che si attiverà nel sociale, a favore delle fasce più deboli della popolazione e di carcerati rimessi in libertà. Niente di più, niente di meno. “Le pratiche per l’ufficializzazione dell’associazione sono a buon punto, se ne occupa in prima persona Ciro Calemme” spiega lo stesso Caianiello sottolineando, tra l’altro, che lui non avrà alcun compito direttivo ma, tutt’al più, vi lavorerà come volontario. Precisazione che richiama la possibilità che il mullah ottenga il patteggiamento della pena (è accusato di concussione e di una serie di altri reati) e venga ammesso ai servizi sociali. Prospettiva ancora da definire in sede giudiziaria e condizionata a una serie di variabili. Nel frattempo, niente più politica. Una rinuncia inevitabile alla luce di un passato che, secondo la procura della Repubblica di Milano, titolare dell’inchiesta, sarebbe contrassegnato da illeciti e irregolarità comportamentali diffusi, al punto da meritare la carcerazione preventiva.

La fuga da Forza Italia

Rimangono da capire i passaggi politici degli amici di Caianiello, in fuga da Forza Italia dopo che Agorà è stata di fatto emarginata dal commissario provinciale Giacomo Caliendo. Dimissioni motivate con l’incompatibilità politica con lo stesso Caliendo e con i nuovi vertici del partito. Tutto vero? Tutto da capire in logiche politiche che mettono assieme velleità collettive e personali, rancori e sommovimenti di equilibri che non garantiscono più né visibilità né spazi decisionali. Ergo: meglio il civismo, che di questi tempi sembra essere diventato una sponda ospitale e sicura per molti, tra cui transfughi delusi o personaggi in cerca di riscatto. Forse per troppi. Ma non per Nino Caianiello, che garantisce di girare alla larga dalla politica politicante. Per scelta o per costrizione giudiziaria, fa lo stesso.

I colonnelli di Nino Caianiello lasciano Forza Italia e indossano i panni dei civici

caianiello politica agorà varese – MALPENSA24