In quarantena va ad aprire il Circolino di Cairate. La famiglia lo denuncia

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CAIRATE – Vìola la quarantena per andare ad aprire uno dei Circoli di Cairate (chiuso in base alle limitazioni vigenti): anziano denunciato dai carabinieri della stazione di Fagnano. C’è un dettaglio, però, che trasforma un fatto sicuramente grave in un messaggio di speranza: a chiamare il Comune e gli uomini dell’Arma per segnalare che l’anziano si era allontanato da casa nonostante l’obbligo di autoisolamento sono stati gli stessi famigliari del pensionato. Preoccupati per lui e per gli altri ovviamente. L’immediato intervento dei militari ha quindi evitato che il pensionato potesse mettere in atto i propri propositi.

I famigliari hanno segnalato a Comune e carabinieri

I carabinieri lo hanno trovato vicino al Circolino del quale è socio e del quale ha le chiavi. L’anziano è stato bloccato prima che potesse mettere in atto i propri propositi. L’uomo era sottoposto a quarantena in quanto un altro socio del Circolino è risultato positivo al Covid-19 e si trova attualmente ricoverato in ospedale. Di qui la necessaria quarantena preventiva (l’anziano non ha sintomi della patologia a quanto pare) disposta dall’autorità sanitaria per chiunque rientri tra i contatti di un ammalato di Coronavirus. L’anziano è stato denunciato per aver violato il decreto Conte che impone il divieto di uscire di casa se non per ragioni di stretta necessità e anche per aver violato la misura limitativa della sorveglianza sanitaria. Nello specifico all’uomo viene contestato di aver commesso un delitto colposo contro la salute pubblica.

Hanno messo il bene comune davanti a tutto

Colposo, lo si specifica per i tanti che da giorni fotografano dai loro balconi chi passa in strada senza sapere che la maggior parte di queste persone è probabilmente diretta al lavoro (e magari vorrebbe tanto stare in casa con i famigliari al sicuro ma non può) o a fare la spesa, significa che l’anziano non voleva certamente mettere in pericolo gli altri. I famigliari dell’uomo hanno mostrato un grande senso di responsabilità, al contrario. Non hanno fotografato sconosciuti (magari, ed è successo, volontari della Protezione Civile impegnati non in una scampagnata ma in servizi a sostegno di tutta la comunità durante quest’emergenza sanitaria) ma hanno avvisato il Comune e, di conseguenza, i carabinieri. Sapendo che il congiunto sarebbe stato denunciato, ma mettendo davanti a tutto il bene comune. 

Un servizio telefonico di supporto psicologico

In una situazione pesantissima per tutti pubblicare foto sui social senza avere informazioni precise non serve a niente. Gli enti locali e le forze di polizia tutte stanno facendo di tutto e di più per far rispettare il decreto. Prova ne sono le denunce che quotidianamente vengono verbalizzate in tutta la provincia di Varese. C’è poi una categoria, parliamo del ceto produttivo, che è ancora di più sotto pressione. Artigiani, imprenditori, che non sanno come faranno a sopravvivere a causa delle mancate fatturazioni, dipendenti che non sanno se l’azienda per la quale lavorano sopravviverà o se riusciranno a pagare mutui e bollette in futuro. Per questa categoria, che di certo non sta al balcone ma cerca disperatamente di “immaginarsi” una soluzione per sopravvivere, il Comune di Cairate da settimana prossima attiverà un servizio telefonico di sostegno psicologico. Perché, come nei giorni scorsi il sindaco Paolo Mazzucchelli ha già avuto modo di sottolineare, la pressione alla quale queste persone sono sottoposte è al limite.

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