Busto, cambiano i tempi e diminuiscono le code al semaforo di viale Boccaccio

Il semaforo di viale Boccaccio

BUSTO ARSIZIO – Spento e poi riacceso con nuovi tempi per il rosso e verde: il semaforo della discordia di viale Boccaccio al centro di discussioni e polemiche, ma anche delle valutazioni per l’amministrazione comunale, dopo il caos di ieri, 27 settembre. Come preannunciato dall’assessore alla viabilità Massimo Rogora, i tecnici hanno corretto la tempistica delle luci dell’impianto semaforico. Prima, a inizio mattinata, il semaforo è stato spento rendendolo lampeggiante, poi nel pomeriggio è stato riattivato con i nuovi tempi.

Qualche coda continua a formarsi, anche se ora si smaltisce più rapidamente. E i borsanesi chiedono di accelerare gli interventi di completamento dell’opera: con la segnaletica ancora da ultimare c’è ancora confusione.

Il correttivo

Nel pomeriggio di oggi, 28 settembre, tra le 17 e le 18, l’assessore Rogora e il sindaco Emanuele Antonelli hanno effettuato un sopralluogo all’incrocio insieme ai tecnici per verificare la funzionalità dei correttivi messi in campo rispetto al banco di prova dell’orario di punta del rientro serale. «Il tempo del verde per chi procede dritto è passato dai soli 39 secondi di ieri a circa 50 secondi» spiega Max Rogora, ieri subissato di critiche sui social. «Con l’adeguamento dei tempi, la situazione è già migliorata anche se i lavori non sono ancora terminati». Va infatti completata la segnaletica orizzontale con le indicazioni direzionale e la striscia che delimita le corsie, ma vanno anche installati i sensori nell’asfalto per i semafori “intelligenti”. L’assessore però ribadisce la sua idea a proposito di quell’incrocio: «Continuo a pensare che la soluzione migliore sarebbe stata una rotatoria, simile a quella che abbiamo realizzato in via Ferrini – aggiunge Rogora – la si sarebbe potuta sperimentare con i new jersey in plastica quando sono stati effettuati i lavori di sistemazione dei marciapiedi».

Caos Boccaccio: semaforo intelligente, code chilometriche. Rogora: «È un test»

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