«Casa e Ospedale di Comunità di Legnano senza personale». L’allarme di Rc

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LEGNANO – La nuova legge di riforma sanitaria di Regione Lombardia non cambia nulla nella politica di trasformazione della salute in merce perseguita negli ultimi 25 anni. Parola del Circolo di Legnano di Rifondazione comunista, per il quale la politica regionale «ha progressivamente smantellato la sanità pubblica e la medicina preventiva e territoriale, contribuendo in modo importante alle enormi difficoltà di prevenzione e di risposta alla pandemia in Lombardia».

Nessun insegnamento dalla pandemia

Per Rc la progressiva privatizzazione della sanità regionale trova conferma nel modo in cui saranno utilizzati i fondi previsti dal Pnrr. «La nuova legge – accusa – apre alla gestione privata anche le Case e gli Ospedali di Comunità, esito obbligato in assenza di nuove assunzioni di personale. Per esempio, per la Casa e l’Ospedale di Comunità di Legnano (previsti all’interno del vecchio ospedale nella foto in alto, nda) si prevede di utilizzare il personale infermieristico, già carente oltre che sfinito dalla recente pandemia, dell’Ospedale Civile e medici di medicina generale che risultano però ormai introvabili in diversi comuni del territorio legnanese.

«Nemmeno le pur minime richieste di modifica inviate più di un anno fa alla giunta regionale dall’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, organo tecnico del ministero della Salute) sono state recepite e non è stata prevista alcuna centralità della programmazione pubblica e della prevenzione, preferendo subordinare totalmente la salute dei cittadini alle logiche del mercato e del profitto. Con l’equivalenza dichiarata tra pubblico e privato nell’erogazione delle prestazioni, ma non nelle responsabilità verso la salute pubblica, la legge regionale mette in competizione soggetti non equiparabili, a tutto svantaggio del servizio sanitario pubblico che ne risulterà ulteriormente depauperato. A farne le spese saranno ancora una volta i cittadini lombardi, soprattutto quanti non potranno permettersi assicurazioni private integrative».

Cittadini penalizzati. Ma si può rimediare

A detta di Rifondazione, però, il governo può ancora intervenire: «Entro il 13 febbraio dovrà decidere se dare il via libera alla legge della Lombardia o bloccarla e rinviarla alla Corte Costituzionale. Il Coordinamento regionale per il diritto alla salute-Campagna Dico 32! ha inviato lo scorso 27 dicembre una lettera al ministro della Salute in cui chiede il suo intervento in questo senso, indicando diversi rilievi di incompatibilità della legge regionale 22/21 con la legge quadro nazionale 833/78 in materia di sanità e successive, nonché con lo stesso dettato costituzionale. A supporto di tale richiesta, invitiamo tutti i cittadini a firmare la petizione on line».

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