A Varese dimezzata la cassa integrazione, il rapporto Uil

cassa integrazione varese

VARESE – A Varese diminuisce del 49% il ricorso alla cassa integrazione. A dirlo è il rapporto Uil 2018 dal confronto tra giugno e maggio. Meno rosea è invece la situazione del primo semestre che, se paragonato a quello 2017, registra per la Città Giardino un aumento del 18,5%. Danilo Margaritella, segretario della Uil Milano e Lombardia, invoca la creazione di posti di lavoro stabili per accompagnare la timida ripresa economica.

I dati rispetto a maggio 2018

In Lombardia diminuisce il ricorso alla cassa integrazione, sia nel mese di giugno 2018 rispetto al mese precedente, sia nel primo semestre di quest’anno rispetto ai primi sei mesi del 2017. In particolare, rispetto a maggio 2018, si è ridotta del 27.4%, un dato superiore rispetto a una media nazionale del 18.1%. Nel dettaglio, la cassa integrazione ordinaria è calata del 32.2%, quella straordinaria del 24.1% e quella in deroga addirittura del 100%. Il rapporto Uil ha stimato anche i posti di lavoro salvati nella regione grazie a questo strumento. A maggio sono stati 28.605, a giugno 20.756. Allargando lo sguardo a ogni singola provincia lombarda, a Milano e Como la situazione si presenta in controtendenza, perché nelle due province la cassa integrazione è aumentata rispettivamente del 24.8% e del 49.9%. Segno meno invece per tutte le altre: Cremona (-96.4%), che rappresenta il secondo migliore risultato a livello nazionale, Lodi (-89.6%), Brescia (-81%), Mantova (-77%), Lecco (-70.3%), Pavia (-65.4%), Bergamo (-60.4%), Varese (-49.3%) e Sondrio (-26.7%).

Il confronto con il primo semestre 2017

Il rapporto Uil ha preso in esame anche la situazione del primo semestre 2018, confrontandola con i primi sei mesi dello scorso anno. In Lombardia il ricorso alla cassa integrazione è calato del 20.1% (in Italia del 34.4%). Nel dettaglio, la cassa ordinaria è diminuita del 19.7%, la straordinaria del 3.2% e quella in deroga del 96%. Guardando però alle singole province lombarde, il ricorso alla cassa integrazione è in calo ovunque a eccezione di Varese, dove è aumentata del 18.5%, e di Lodi, dell’1.3%. In tutti gli altri casi è diminuita: Cremona (-67.5%), che rappresenta l’ottavo miglior risultato a livello nazionale, Lecco (-54.9%), Pavia (-53.3%), Mantova (-48.5%), Brescia (-45.4%), Sondrio (-31.2%), Bergamo (-30.7%), Como (-23.4%) e Milano (-1.1%). Dando uno sguardo ai singoli settori produttivi, e confrontando i due semestri, il ricorso alla cassa integrazione risulta diminuito in tutti gli ambiti: industria (-10.3%), edilizia (-1.9%), artigianato (-99.8%) e commercio (-61.9%).

Accompagnare la ripresa con posti di lavoro stabili

«I dati lombardi contenuti nel rapporto sono complessivamente positivi sia a livello congiunturale che tendenziale e sembrano segnalare una graduale uscita del nostro sistema produttivo dalla fase più acuta della crisi economica, anche se ci sono alcune province che soffrono più di altre». È questo il commento di Danilo Margaritella, segretario generale della Uil Milano e Lombardia, che invoca la creazione di posti di lavoro per accompagnare la timida ripresa economica: «Occorre più coraggio e meno incertezze da parte della politica sul tema della battaglia alla precarietà, bisogna favorire il tempo indeterminato, facendo costare di più quello determinato; occorre poi rilanciare i centri per l’impiego come promesso e puntare sulla formazione. Chiediamo misure strutturali e non episodiche».

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