Cassano, «Dopo il Covid divento cura per gli altri. Donate il plasma iperimmune»

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CASSANO MAGNAGO – Essere una cura contro il Covid 19. Si può. «Si deve. Io l’ho fatto e vorrei fare un appello a tutti coloro che lo hanno sconfitto: donate il vostro plasma iperimmune. Salvate delle vite». Corrado Spagnolo (la foto è di repertorio), 48 anni, operatore socio sanitario di Cassano Magnago, 15 giorni fa è risultato positivo al virus.

Positivo asintomatico

Lavora in una struttura sanitaria dove il personale viene sistematicamente sottoposto a tamponi di controllo. «L’ultimo ha avuto esito positivo – spiega – Il rigore nei controlli si è rivelato fondamentale: io ero assolutamente asintomatico». Nessun sintomo, nemmeno un leggero mal di testa. Avuto l’esito Spagnolo non ha perso tempo: «Ho avvisato mia moglie, abbiamo preso il bambino all’asilo e abbiamo iniziato la nostra quarantena – spiega – Al termine della quale il tampone di controllo ha dato l’esito sperato: siamo tutti negativi». Ma il tempo della quarantena non andava sprecato. Spagnolo l’ha trascorso informandosi.

Diventiamo una cura contro il Covid

«E la notizia che da alcuni giorni era possibile donare il plasma iperimmune anche a Varese, credevo si potesse fare solo a Pavia prima di incorrere nella notizia, ma ha subito colpito», spiega. Il plasma iperimmune è, oggi, uno dei mezzi più efficaci per curare i malati Covid soprattutto sui pazienti nei quali la malattia si è manifestata in forma severa.

Forma severa è un modo gentile per parlare di polmoniti bilaterali, Cpap, terapie intensive e, nei casi peggiori, di malati intubati e, quale ultima ratio, pronati. Il plasma iperimmune non aiuta: cura. Il termine deve essere quello esatto per descrivere la portata della scoperta. E c’è un fatto: non ce lo hanno tutti. «No – spiega Spagnolo – Per averlo è necessario essersi ammalati ed essere poi guariti dal Covid» e questo, già, riduce parecchio, nonostante il numero di contagi in crescita, le risorse. «Prima è necessario sottoporsi a un test perché l’efficacia del plasma iperimmune non è uguale in tutti i soggetti: dipende dalla carica virale. Più è alta, maggiore è l’efficacia».

Perché è importante donare

Domanda retorica: perché dunque è importante donare? «Per salvare il maggior numero di vite possibili – spiega Spagnolo, che aggiunge – Io ho il terrore dei prelievi. Lo dico senza timore di strappare un sorriso. Una paura irrazionale, ma molto forte. Ma di fronte all’esito negativo del tampone e all’appello dell’Asst dei Sette Laghi a donare non ho avuto alcun dubbio e ho chiamato immediatamente». Donazione eseguita in tempi molto brevi. E poi l’appello: «Il senso civico prevalga sempre – spiega Spagnolo – Chi ha sconfitto il Covid ha il dovere morale di aiutare chi ancora lotta a sopravvivere. E’ semplicissimo: come un prelievo. In molti si stanno facendo avanti, io spero siano sempre di più: perché aumentano le guarigioni ma, purtroppo, aumentano anche i contagi. Aggiungo che è importantissimo donare anche il sangue perché purtroppo ci sono tante altre patologie da fronteggiare».

Ecco come fare

Chi davanti a quel tampone negativo che andrà a sancire la fine della battaglia non potrà far altro che avvertire impulso più umano, ovvero quello di salvare una vita in pericolo, dovrà contattare il numero 0332.278240 del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Circolo di Varese dalle 8 alle ore 13, oppure inviare una mail all’indirizzo segreteria.immunotrasf@asst-settelaghi.it indicando nome, cognome e recapito telefonico.

Coronavirus, a Varese le prime donazioni di plasma iperimmune

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