Coronavirus, a Varese le prime donazioni di plasma iperimmune

L'équipe della dottoressa Rosa Chianese del Servizio di Immunologia e Medicina Trasfusionale dell'Ospedale di Varese

VARESE – Le prime donazioni di plasma iperimmune pazienti-convalescenti-donatori sono state effettuate venerdì 22 maggio, al Servizio Trasfusionale nella sede dell’Ospedale di Circolo di Varese. Si tratta, in altre parole, dei guariti dall’infezione Covid – completamente negativi alla ricerca del virus – che si sono resi disponibili alla donazione dopo aver sviluppato un elevato numero di anticorpi neutralizzanti. Prima di effettuare la donazione, spiega una nota l’Asst Sette Laghi, il Servizio Trasfusionale ha accertato che i convalescenti-donatori fossero idonei per la donazione di plasma, secondo la normativa trasfusionale vigente.

Il programma di donazione del plasma iperimmune nell’Asst dei Sette Laghi

Il programma si inserisce nel progetto di Regione Lombardia e verrà avviato anche in tutto il Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale ed Ematologia (Dmte), con sede nel Simt (Servizio Immunematologia e Medicina Trasfusionale) dell’Asst dei Sette Laghi, nell’Ospedale di Circolo di Varese diretto dalla dottoressa Rosa Chianese.
Il Dmte coordina tutti i Simt che operano nel territorio dell’Insubria (Asst dei Sette Laghi-capofila, Asst di Valle Olona, Asst Lariana, Ospedale Valduce di Como e Ospedale Fatebenefratelli di Erba).
Le unità di plasma raccolte in tutto il Dmte verranno bancate nel Centro di Lavorazione e Validazione (Clv) che ha sede nel Servizio Trasfusionale di Varese e che lavora, valida, conserva e distribuisce tutte le unità di sangue e i suoi prodotti, raccolti nel Dmte.

Come funziona il plasma iperimmune

L’intento è ottenere dal plasma iperimmune prodotti farmaceutici altamente standardizzati anti-SARS-CoV-2, contenenti appunto gli anticorpi neutralizzanti specifici, da utilizzare nelle terapie per ampliare l’accesso alle cure dei pazienti e potenzialmente anche dei soggetti non ammalati, ma esposti al contagio.
Innanzitutto il plasma raccolto viene bancato nella sede varesina. Verrà quindi affidato all’industria farmaceutica per la lavorazione, ottenendone di ritorno plasma iperimmune anti-SARS-CoV-2 di grado farmaceutico e il farmaco Immunoglobuline neutralizzanti anti-SARS-CoV-2.
“Il vantaggio è quello di ottenere dei veri e propri farmaci, cioè dei prodotti per la cura dell’infezione da Sars Cov-2 – spiega Chianese – che hanno le caratteristiche di qualità, sicurezza e standardizzazione proprie del prodotto farmaceutico, con potenziale utilizzo su larga scala per tutti coloro che dovessero averne bisogno”.

L’ospedale di Varese partecipa allo studio sul plasma iperimmune contro il Covid

Plasma coronavirus iperimmune varese– MALPENSA24