Castellanza, Caldiroli: «Referendum al palazzetto? Non si può fare, Palazzo lo sa»

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CASTELLANZA – “L’idea di Michele Palazzo è certamente buona e condivisibile. Ma inattuabile visto i tempi stringenti. Non per colpa dell’amministrazione, bensì per le troppe regole da rispettare e che un cambio del genere comporterebbe. E il consgliere dovrebbe saperlo. A meno che il suo vero obiettivo sia quello di ottenere un po’ visibilità”. E’ questa in sostanza la risposta che arriva a stretto giro di mail dall’assessore Claudio Caldiroli alla proposta dell’esponente di Sognare, il quale aveva suggerito di trasferire i seggi elettorali in vista del referendum in strutture comunali che non siano le scuole.

Ma quale scelta politica?

«Michele Palazzo dovrebbe sapere che l’eventuale spostamento dei seggi elettorali dalle scuole ad altre strutture comunali non è una semplice scelta politica – scrive in una breve nota di risposta l’assessore di Partecipiamo Claudio Caldiroli – Il consigliere, infatti, da oltre 30 anni  segue tutte le elezioni che si svolgono a Castellanza, conosce le norme e  fa parte della commissione Elettore di Palazzo Brambilla. Non può quindi non sapere quante sono le regole, e come sono stringenti, per allestire le sezioni elettorali». Insomma Caldiroli spiega che non è questione di volontà politica. «Non esistono, infatti, per ora, alternative alle scuole come sedi delle sezioni elettorali. Attualmente abbiamo 14 sezioni divise in due scuole, i locali necessari  devono essere ampi, con finestre e accesso ai disabili, che devono potersi chiudere e sigillare per i controlli delle forze dell’ordine».

Ci si è messo anche il Covid

«Inoltre – continua Caldiroli – con le nuove regole per il Covid-19  sono aumentate le prescrizioni e sono previste nuove regole tassative, non solo per la sicurezza sanitaria, ma anche per le strutture delle sedi. In particolare occorre prevedere percorsi dedicati e distinti di ingresso e uscita, predisporre la segnaletica, individuare le aree di attesa.  Oltre al fatto che, in caso di cambio di sede elettorale, occorrerebbe avvisare del nuovo indirizzo i nostri 10.700 elettori. I quali hanno sulla tessera elettorale indicato il loro seggio di riferimento».

Un conto è… Sognare, un conto è la realtà

«Detto questo – conclude Caldiroli – l’idea di non utilizzare le scuole per le votazioni è condivisibile e ha una sua  logica.  Tanto che sul tema c’è stato anche un dibattito sui media nazionali proprio in questi giorni. Da parte nostra non abbiamo scartato a priori l’ipotesi. Ma dopo un’attenta valutazione siamo arrivati alla conclusione che al momento non ci sono strutture ed edifici in grado di diventare nuova sede elettorale se non le scuole. Infine, il  consigliere sottoponendo la proposta in forma di mozione da discutere in un futuro consiglio comunale, e a meno di 30 giorni dal referendum del prossimo 20 settembre, ha scelto di non di affrontare seriamente il problema, di non   volersi confrontarsi con l’amministrazione e di ricercare solo un po’ di visibilità mediatica».

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