CASTELLANZA – Un trasferimento di cui si parla, e si discute, da più di un anno. Il consigliere di minoranza Romeo Caputo torna a interrogare l’amministrazione Cerini sull’ipotesi di spostare la residenza Moroni nell’area ex Camilliani. «La Castellanza servizi patrimonio ha detto di voler valutare altri soggetti interessati, mentre il sindaco continua a ribadire l’idea del trasferimento della Rsa: vogliamo capire cosa succede», dice Caputo.
L’ex Camilliani è in perdita
Le minoranze di Castellanza non si fermano e il consigliere Romeo Caputo registra un nuovo video in cui chiede spiegazioni al primo cittadino, Mirella Cerini. Questa volta il tema è la possibile costruzione di un nuovo centro per anziani della Fondazione Giulio Moroni nell’area ex Camiliani della città, oggi di proprietà del Comune, in gestione alla partecipata Csp.
«In una commissione l’amministratore unico di Csp ha dichiarato che la zona in via Gerenzano rappresenta un costo negativo, una perdita per la patrimoniale e che ogni giorno che passa costituisce una situazione di appesantimento della situazione di bilancio già critica», esordisce Caputo in una registrazione video. Sottolineando poi che la volontà della Csp, dal momento che la Fondazione non ha ancora preso una decisione in merito, è quella di «dare il via libera per la ricerca sul mercato di soggetti interessati all’acquisto o all’affitto dell’area».
Cerini conferma il trasferimento
Dall’altro lato, però, il sindaco ha recentemente dichiarato che «si sta lavorando con la Fondazione Moroni per trovare una soluzione, magari anche con un sodalizio con realtà imprenditoriali. Peccato che in commissione sia stata negata al presenza di dialoghi in essere», denuncia Caputo.
No alle deleghe in bianco
Che se la prende con l’incoerenza della vicenda. «Si tratta di due dichiarazioni decisamente contrastanti e dal momento che parliamo di una struttura di grande interesse per la collettività, vogliamo massima trasparenza da Palazzo Brambilla». Così i consiglieri Romeo Caputo e Michele Palazzo hanno protocollato la richiesta per una commissione alla presenza del presidente della Fondazione Giulio Moroni. «Perché non vogliamo deleghe in bianco, ma più attenzione e partecipazione».
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