Castellanza, cittadini soli in mezzo al traffico. Le code soffocano il Buon Gesù

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CASTELLANZA – Il traffico li soffoca e i cittadini si sentono un po’ dimenticati dall’amministrazione. Passano i sindaci, le giunte, gli anni e passano anche sempre più macchine, tanto che i problemi di sicurezza, viabilità e decoro sono aumentati al punto che i castellenzesi del Buon Gesù sentono Palazzo Brambilla sempre più lontano. Ancor più lontano di quando le stanghe del passaggio livello si abbassavano e tagliavano in due la città.

Colpa della coda e colpi di coda

Quel punto in cui si incrociano strade e paesi è sempre stato un nervo scoperto. Un po’ perché quando c’è un nodo da sciogliere, il primo vero problema è far sedere attorno a un unico tavolo le amministrazioni delle tre diverse realtà competenti, le quali, a volte, sono anche di differente ispirazione politica; un po’ perché per quanto possono essere larghe le quattro strade principali che lì confluiscono, in realtà si riducono quasi a un pertugio per l’elevatissimo numero di veicoli che il sistema semaforico si trova a smistare. Il risultato quotidiano, che si ripete in almeno quattro fasce orarie ogni giorno, sono le code infinite, con auto che rimangono bloccate al centro dell’incrocio come in mezzo a guado, senza più andare né in avanti né indietro e con il solo effetto di allungare a sproposito il biscione di macchine, furgoni e camion.

Sul banco degli imputati

castellanza cittadini trafficoI residenti del Buon Gesù sono ormai assuefatti alla caotica situazione, tanto che hanno smesso di sognare soluzioni impossibili da realizzare e sperano, nell’immediato, in un intervento anche limitato, ma che possa dare un importante segnale, come potrebbe essere la differente regolazione delle tempistiche semaforiche.  «Basta venir qui al mattino, in pausa pranzo e verso sera quando tutti escono dal lavoro per vedere con quale situazione dobbiamo convivere – raccontano – Per non parlare di chi deve attraversare e che per rispettare i tempi del verde deve avere un passo da lepre, altrimenti rischia di ritrovarsi col rosso quando l’altro lato della strada è ancora lontano di qualche metro». Insomma a finire sul banco degli imputati sono i semafori, o meglio le temporizzazioni impostate, che pare siano già state modificate un paio di volte in passato, ma con esiti a quanto pare poco brillanti.

Le complicazioni

A stravolgere la vita dei residenti è stato lo sviluppo che negli ultimi anni ha subito il quartiere. E se un tempo l’unica criticità era appunto quella del traffico, oggi la gente si trova a fare i conti anche con una serie di nuovi strutture commerciali di una certa importanza: un grosso locale pubblico, un supermercato e altre realtà commerciali, che se da un lato danno valore alla zona e servizi, dall’altro, si portano dietro situazioni che vanno governate e gestite.

Tutti in coro: «Più decoro»

Le vie castellanzesi del Buon Gesù si contano esattamente sulle dita di due mani: 10 strade, molto abitate, più o meno trafficate, più o meno frequentate; portici e marciapiedi e nemmeno un cestino. Anzi uno, solitario, piazzato appena fuori dal parchetto che confina con Busto e mimetizzato dalla siepe. E la carenza di portarifiuti la noti guardando i bordi delle strade dove non si contano cartacce, lattine, bottiglie e mozziconi buttati per terra. «Quella di avere più cestini – continuano i residenti – è una delle richieste fatte all’amministrazione». Un intervento di piccola entità economica, ma, chissà perché, forse per colpa della burocrazia, di complicata attuazione.

Ripartire dall’ascolto

Insomma la prima cosa che chiedono i cittadini è quello di sentirsi parte della propria città. Anche se abitano in quella che in realtà è periferia di Castellanza, ma anche di Olgiate e Busto, anche se a volte, per far parte di una comunità è sufficiente attraversare la statale del Sempione. Ma non questo non basta, perché davanti ai problemi l’unica porta alla quale possono bussare è quella di Palazzo Brambilla.

 

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