Cattaneo: dalla Lega mi guardi Dio che dagli amici mi guardo io

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Sempre al centro della scena. Per calcolo, ma anche no. Raffaele Cattaneo, già presidente del consiglio regionale, ora assessore esterno dell’esecutivo regionale, è incorso negli strali della Lega. Colpa della sua esuberanza. Che, tradotta in altri termini, equivale all’esigenza di protagonismo. Cattaneo partecipa a tutto e esterna su tutto: sanità, frontalieri, infrastrutture, ferrovie, politica, varie e eventuali. A volte, persino su argomenti che gli sono propri, quelli che riguardano l’ambiente, avendo, egli, ricevuto dal governatore Attilio Fontana le deleghe per seguire lo specifico settore. Questioni ambientali aperte ce ne sono a centinaia, in Lombardia. Bastano e avanzano per riempire le giornate, con analisi, verifiche e, se si è nelle condizioni, con proposte risolutive. Pare però che l’attenzione del rappresentante di Noi con l’Italia, partito dello zero virgola, sia concentrata soprattutto sul Varesotto, la sua terra d’origine, il suo collegio elettorale. Che all’ultima tornata alle urne non gli ha rilasciato il lasciapassare per il Pirellone, così che Cattaneo sia stato recuperato dall’amico Fontana a dispetto dei risultati del 4 marzo. Ripreso per i capelli nonostante le spinte contrarie di molti, a cominciare da quelle centriste, cioè dagli amici di Noi con l’Italia, anche loro alla ricerca di uno strapuntino, per nulla soddisfatti del trattamento di favore riservato soltanto a uno di loro. Situazione che consiglierebbe di restare, almeno per un po’, coperti e allineati, gestendo l’ansia di esserci sempre e comunque, quasi una rivalsa nei confronti degli ingrati elettori. Invece, no. Cattaneo parla a tutto campo. E giudica. Ritiene insufficiente l’attuale riforma sanitaria, critica il management deputato a gestire gli ospedali e invoca il ritorno della squadra formigoniana, che, quella sì, aveva gli attributi. Così pronunciati che, in alcuni casi, è dovuta intervenire la magistratura. Sale sui convogli di Trenord e si fa un selfie per dimostrare a suo dire, che, tutto sommato, certe lamentele dei pendolari a causa dei noti disagi sono ingiustificate. Persino quando dichiara a proposito e con più di una ragione (vedi la chiusura dell’inceneritore Accam) riesce a far saltare la mosca al naso al sindaco di Busto Arsizio. E ai leghisti Emanuele Monti e Marco Colombo, che prendono posizione e lo invitano a stare al proprio posto. “Un invito e un avvertimento” scrive Gianfranco Giuliani sulla Prealpina. Un messaggio forte e chiaro a rientrare nei ranghi, essendo un esponente del centrodestra e, quindi, obbligato a remare nella stessa direzione. Tanto più che non essendo stato eletto è a Palazzo Lombardia per grazia (politica) ricevuta. E certi indesiderati protagonismi espongono a soluzioni drastiche. Suggerite dalla Lega, invocate dagli amici di partito.

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