Cenci (M5S) dopo il declassamento: «È la conferma che Accam va chiuso»

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BUSTO ARSIZIO – «Parliamo di un inceneritore vecchio e tra i più impattanti della Lombardia, che in seguito al danneggiamento delle sue turbine non riesce neppure più a recuperare energia». Il consigliere regionale del M5S, Roberto Cenci, prende posizione sul futuro di Accam. E si schiera contro le scelte dell’assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo, che sarebbe propenso alla sua conservazione.

Un impianto ad alto rischio

«L’inceneritore Accam è stato declassato dalla Regione: passerà da impianto di recupero energetico (R1) a impianto di puro smaltimento rifiuti (D10), perdendo la possibilità di trattare buona parte di rifiuti speciali ad oggi bruciati», spiega il portavoce regionale. Che aggiunge: «L’impianto è ad alto rischio, perché, oltre a non essere coperto da assicurazione all’incendio, non rientra nemmeno nelle previsioni dei piani industriali, che ogni anno devono essere modificati, allungandogli la vita per poter pareggiare i bilanci». E si rivolge direttamente all’assessore Cattaneo, «che spinge i comuni soci di Accam a non dismettere l’impianto, da lui reputato ancora una risorsa: non sembra certo di sentir parlare un assessore all’Ambiente». E prosegue: «Ma cosa dovrebbe spingere un amministratore a prendere posizioni del genere? Non certo una questione di pubblica utilità o di tariffe, visto che Accam non ha partecipato alle gare indette da alcuni comuni, come Rescaldina che oggi sta già conferendo altrove ad una tariffa equivalente. Immagino che se questi comuni potessero chiudere l’inceneritore senza il rischio di fallimento lo farebbero subito risparmiando soldi in un investimento a rischio».

«Quali sono i veri interessi su questo tema?»

«Quali sono i veri interessi su questo tema così discusso?». Due le risposte del consigliere regionale: «Da un lato gli amministratori timorosi delle conseguenze giuridiche di una situazione economica fallimentare. Dall’altro abbiamo invece qualche privato che spinge per far trasformare l’impianto in un polo per il trattamento dei rifiuti speciali e ospedalieri. Nulla a che vedere con l’interesse pubblico dei cittadini». E conclude: «Ciò detto ci si augura che Regione Lombardia non cerchi fantasiose soluzioni per poter autorizzare il trattamento di rifiuti non consentiti a un D10. Ma piuttosto si impegni per destinare soldi per la bonifica dell’area e la chiusura dell’impianto medesimo».

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