CHE MUSICA MAESTRO: “Solito dicembre da marcia funebre, ma ora Spalletti ritrovi la bacchetta”

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Donato Inglese 

Riecheggia ancora la marcia funebre di Chopin  dopo la grande delusione Champions:  mai brano potrebbe essere più azzeccato di questo. Un lento protrarsi verso il baratro  in questa stagione che sta prendendo, per l’Inter di Spalletti, la china di una parabola discendente.

Spalletti ha perso la bussola e la bacchetta

Il Direttore  d’orchestra ha perso ormai  irreversibilmente la bussola dello spogliatoio. Ma tornando a martedì, è stata una partita senza squilli di trombe, una partita dove l’Inter è sembrata  in cerca dello spartito perduto e quando sembrava che volgesse al lieto fine, da Barcellona è arrivata la mazzata che in tanti ci aspettavamo. Alla fine dell’Opera  il Tottenham meritatamente ha preso gli applausi di un teatro, il “Camp Nou” che abitualmente non regala nulla a nessuno.  Diciamo la verità in tutta franchezza: l’Inter si è suicidata, in un crescendo melodrammatico, sbagliando una quantità di note clamorose e steccando sul più bello. Rendendo così la sinfonia inascoltabile: oramai  il solo “trombone” Icardi è rimasto lì da solo con le 200 presenze, un mucchio di goal, ma senza alzare alcun trofeo.

Attenzione all’Udinese

Ora arriverà il bello: 4 punti in 4 partite e un eliminazione sulle spalle retrocedendo in Europa League sono un terribile fardello da portarsi addosso. A questo punto  vediamo se la bacchetta ormai spezzata del direttore Spalletti riuscirà ad essere riparata magicamente,  per queste ultime sinfonie di dicembre. Ormai noi interisti da 7 anni a questa parte stiamo risentendo di questi tempi grami: a dicembre mai brani natalizi, ma solo la marce funebri di Chopin. Dicembre e gennaio nerissimi sono da sempre i due mesi nei quali si concretizza il crollo psicologico e fisico di questa squadra: speriamo in una rapida Resurrezione.  Il 26, peraltro, ci attende il Napoli di Re Carletto Ancelotti per un altro grande concerto alla “Scala del Calcio” di Milano. Ma iniziamo a pensare ai tenori friulani che non sono certamente da sottovalutare, anzi. Ma Con l’arrivo di una spalla per i  fiati come Marotta, speriamo di riuscire a rialzare la testa come dalla buca di un teatro per rivedere di nuovo la luce.

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