Ciclocross alle Olimpiadi invernali? L’Uci spinge, il Cio vuole la neve

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Ciclocross e Olimpiadi invernali, una querelle che da anni va avanti tra l’UCI (Unione Ciclistica internazionale) e il CIO (Comitato olimpico Internazionale). La soluzione ancora non è arrivata e il ciclocross, disciplina invernale del ciclismo, continua a rimanere fuori dagli eventi a Cinque Cerchi.

L’UCI sta facendo grandi sforzi per portare il ciclocross ai Giochi Olimpici, ma il Coronavirus sta complicando il tutto e una decisione da parte del Comitato Olimpico continua a non arrivare. Nei giorni scorsi per trovare una soluzione, è stata organizzata una tavola rotonda alla quale hanno partecipato molte persone autorevoli del ciclismo internazionale e adesso, ancora una volta, si attende una risposta da parte del CIO.

Nel mondo delle due ruote tutti voglio che si arrivi ad una soluzione favorevole perché il ciclocross, nonostante l’ampia partecipazione di atleti e di pubblico, continua ad essere tagliato fuori dal programma olimpico e il motivo è da ricercarsi nella… mancanza di neve.

Al riguardo abbiamo contatto Frederick Backeland, direttore responsabile di Grinta Magazine, uno degli organizzatori della riunione virtuale, nata con l’obiettivo di portare il ciclocross a divenire disciplina olimpica.

«L’UCI ha fatto sapere che non ha intenzione di abbandonare questa strada – ha spiegato il giornalista belga – ma il problema rimane il CIO che sostiene una partecipazione ai Giochi Invernali solo per quelle discipline che si svolgono su ghiaccio o neve».

Il ciclocross questa volta si era organizzato e voleva dimostrare che questa disciplina si può praticare anche con la neve e che non sarebbe stata la prima volta né tantomeno un evento eccezionale. Non è un caso che in questa stagione fosse stata messa in calendario una tappa di Coppa del Mondo a Villars, in Svizzera, a quota 1.300 metri, dove sicuramente la neve non sarebbe mancata. Purtroppo il Covid-19 ha stravolto tutto e questa gara è stata annullata.

«La gara a Villars è stata annullata – ha spiegato Backeland –: l’UCI questa volta era certa di poter convincere il presidente del CIO Thomas Bach. Purtroppo ancora una volta bisognerà rimandare, ma l’Unione Ciclistica Internazionale non rinuncerà a perseguire il suo obiettivo».

Anche Peter Van den Abeele, Direttore sportivo dell’UCI, ha spiegato che l’unico ostacolo rimane il CIO e che questa mancata partecipazione alla rassegna olimpica comporta un taglio economico al ciclocross.

Lo stesso Tomas Van Den Spiegel di Flanders Classics ha spiegato minuziosamente, nel corso dell’incontro, che in questo modo le federazioni percepiscono meno soldi da poter investire sulla disciplina: nessuna medaglia olimpica equivale a meno soldi. Tom Van Damme, presidente della Federazione ciclistica belga, ha fatto notare che proprio per la mancanza di assegnazioni di medaglie olimpiche al ciclocross, la mountain bike – che invece assegna medaglie nel cross country alle Olimpiadi estive – è notevolmente cresciuta come disciplina del fuori strada. Ad esempio in alcuni Paesi gli atleti che gareggiano per le Olimpiadi possono accedere a borse di studio ma chi è specializzato solo nel ciclocross è automaticamente tagliato fuori da questa opportunità.

Alla tavola rotonda, oltre ad alcuni media, erano presenti il Campione Europeo di ciclocross Eli Iserbyt, Jeroen Leen Sponsoring Manager di Telenet, Philip Roodhooft team manager della Alpecin-Fenix e Tomas Van den Spiegel CEO di Flanders Classics.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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