Diego Ulissi, il settimo sigillo al Giro d’Italia

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Diego Ulissi firma ad Agrigento, nella seconda tappa del Giro d’Italia, il settimo successo alla corsa rosa, successo che arriva dopo un Mondiale deludente. E’ felice il toscano della Uae, perché questa era una vittoria che con il team avevano studiato e messo nel mirino e che è stata conquistata grazie all’aiuto di Valerio Conti, che nel finale ha reso la corsa più dura.

Come è arrivata questa vittoria?
«Quando nel finale ho visto che stavamo andando troppo piano e i velocisti erano davanti, ho chiesto a Valerio Conti di fare corsa dura. Siamo stati veramente perfetti ,questa è la mia settima vittoria alla corsa rosa».

Lei ha vinto superando un campione come Peter Sagan, possiamo dire che questa è la sua vittoria più bella al Giro?
«Non è la più bella perché ogni vittoria in questa corsa ti lascia un ricordo unico, ma quando arrivi sul traguardo e alle tue spalle ci sono i più bravi, puoi dire di aver fatto una grande vittoria. Quindi posso dire che questo è un successo che metto sul podio delle mie vittorie»

Nel finale quando ha avuto la certezza della vittoria?
«In corsa non hai mai la certezza assoluta della vittoria. Avevo paura che qualche velocista potesse sprintare e quindi superarmi. Siamo riusciti a fare un arrivo duro e ho la soddisfazione di aver battuto un campione come Sagan. Quindi posso dire di sentirmi molto soddisfatto».

Pensa ancora al Mondiale di Imola e al risultato non arrivato?
«C’è rammarico per il Mondiale, speravo andasse diversamente. Purtroppo capita e anche nei giorni successivi sono stato male, ho avuto paura di non arrivare nella condizione ottimale per affrontare il Giro. Ma bisogna sempre guardare avanti».

Lei e la sua squadra state vivendo un periodo molto bello. Non è lo stesso per il suo compagno Fabio Aru. Lei lo conosce molto bene, cosa può dirci?
«Aru indubbiamente è una bellissima persona abbiamo passato periodi molto belli con lui a Lugano. Merita tranquillità e penso che la nascita di sua figlia lo aiuterà. Perché quando ti arriva un figlio, vedi nascere la vita e questo ti aiuta molto. Voglio bene ad Aru e gli auguro solo tanta felicità e non voglio commentare il lato sportivo, perché ho sentito troppe critiche riguardo questo. Per tutte le sue vittorie in carriera merita rispetto. Ricordiamoci sempre che è un corridore che ha conquistato una Vuelta, delle tappe al Giro e vestito la maglia gialla al Tour. Cose che non riescono a tutti. Quindi ricordiamoci dell’aspetto umano e di quello che ha fatto».

Nel finale avete fatto un grande lavoro come squadra.
«Una bellissima vittoria e la metto tra le migliori. Avevo timore di Sagan e di altri sprinter che sono molto veloci, ma è andata bene. Bierg, Gaviria e Richeze hanno lavorato molto in pianura, poi c’è stato Valerio Conti che ha fatto un ottimo lavoro nel finale e mi ha aiutato a raggiungere l’obiettivo di oggi».

Lei ha parlato dell’importanza di diventare padre. Quanto è cambiata la sua vita con la nascita dei suoi figli?
«Quando un figlio ti nasce la vita cambia completamente e in positivo. Cambi orari e fai sacrifici ma è straordinario. Con loro riesco a passare i momenti più difficili e sono il mio primo pensiero ogni giorno e posso dire che sono la cosa più importante al mondo. Grazie a loro allento la tensione e per questo riesco anche a correre meglio».

Lei nei finali riesce a dare delle belle accelerate. Cosa le piacerebbe vincere in carriera?
«La gara che sogno da sempre è la Regina delle classiche: la Liegi-Bastogne-Liegi. Spero un giorno di essere in Belgio a vincerla, ma sarebbe bello conquistare anche la Freccia Vallone, che mi piace molto e dove lo scorso anno ho colto il terzo posto. Ho appena vinto la mia settima tappa al Giro d’Italia e questo è un grande risultato. Bisogna però ricordarsi che in carriera è sempre necessario continuare a migliorarsi».

Intanto Filippo Ganna ha conservato la sua maglia rosa ma si prepara a cederla oggi nella Enna-Etna, primo arrivo in salita della corsa rosa. La speranza del piemontese, che torna a vestire i panni del gregario di lusso, è quella di passare il simbolo del primato al suo compagno di squadra e capitano Geraint Thomas.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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