Tadej Pogacar, il baby fenomeno che sogna il giallo

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Felice e sorpreso allo stesso tempo, Tadej Pogačar ha raccontato molto nella conferenza stampa teuta nel giorno di riposo del Tour. Sa che lui e il suo connazionale Roglič, stanno scrivendo nuove pagine della storia dello sport del loro Paese e in molti, in Slovenia, pensano già di organizzare una festa nazionale e di mettere bandiere gialle su tutte le macchine e fuori delle finestre. Tadej è forte sulla strada e non teme gli avversari, ma è anche consapevole di non avere una squadra forte come la Jumbo-Visma e la Ineos. Pogačar è sereno ma anche un po’ preoccupato, perché ha dovuto fare i test per il Coronavirus e sa che, nonostante le precauzioni e le bolle di sicurezza, in Francia è possibile essere contagiati.

Come sono state le ultime due tappe di montagna in cui ha corso da protagonista?
“Proprio come l’anno scorso alla Vuelta, non mi sono reso conto subito di cosa avevo fatto, sentivo solo di aver fatto il mio dovere. Corro giorno dopo giorno aspettando di vedere cosa succede. Dopo la vittoria di ieri ho bisogno di resettare tutto”.

E’ sorpreso di come ha corso in questa prima settimana?
“Sapevo di essere in buona forma, ma non mi aspettavo di vincere nella tappa di ieri. Anche sabato è stata una bella giornata in cui ho fatto la differenza di 40 secondi. Questo è un grande risultato per me, sono molto felice ma al tempo stesso sorpreso”.

Cosa pensa della strategia della Ineos?
“È interessante vedere che la Ineos Grandadiers non ha tenuto una conferenza stampa oggi, una cosa non normale per una squadra nel giorno di riposo. Il team si è limitato a comunicare che le dichiarazioni di Bernal arriveranno in serata. Un po’ anomalo direi”.

Lei e Roglic siete entrambi sloveni ma rivali: che tipo di rapporto avete?
“Siamo grandi amici, ma in gara è chiaro: lui corre per la sua squadra e io per la mia, e tutti e due vogliamo vincere. Ci rispettiamo a vicenda, ma quando saremo al massimo, nessuno aspetterà nessuno”.

Avrebbe attaccato alla prima tappa pirenaica se venerdì non fosse stata una giornata negativa in cui ha accumulato ritardo?
“Non lo so. Se non avessi perso quel tempo, la tappa di sabato sarebbe stata sicuramente diversa, la tattica non sarebbe stata la stessa. Probabilmente i miei rivali non mi avrebbero lasciato andare”.

Dove pensa che potrebbe essere attaccato Primož Roglič ?
“Le frazioni difficili della corsa devono ancora arrivare. Le ultime due tappe sono state estenuanti, ma sulle Alpi sarà ancora più dura. Primož sembra il sovrano di questo Tour. Se non ha una brutta giornata, penso che potrà portare la maglia gialla fino a Parigi. Quanto a me, cercherò di attaccare e guadagnare tempo nella classifica generale”.

In molti pensano che la sua squadra non sia abbastanza forte per permetterle di arrivare sul podio di Parigi. Anche lei è di questa idea?
“Penso che siamo abbastanza forti per poter lottare per la maglia gialla, dopotutto abbiamo già ottenuto due vittorie di tappa. Questo è il Tour de France e il vincitore si saprà solo il 20 settembre”.

Che differenze ci sono tra il Tour de France e la Vuelta che ha corso lo scorso anno?
“Il Tour è più stressante, non direi neanche più pesante, ma senti più stress, più caos nel gruppo, soprattutto alla fine delle tappe. È diverso e tutti sono più preparati. Il Tour è una gara difficile ma io mi diverto ogni giorno e sono felice di essere qui e di correre con i migliori.”

Sente qualche pressione nell’essere considerato uno dei favoritì?
“Non lo so. Forse adesso mi guardano in modo un po’ diverso. Nei giorni scorsi hanno visto che posso esserci e che posso competere per un posto di prestigio nella classifica generale”.

Domani (oggi 8 settembre, ndr) ci sarà una tappa pianeggiante, che potrebbe essere nuovamente tormentata dal vento. La preoccupa questo, visto quello che è successo venerdì?
“Venerdì è stata una giornata negativa, abbiamo commesso degli errori. Adesso andiamo lungo l’Atlantico, in un’altra zona della Francia, anche il vento sarà diverso. Sarà una tappa difficile, ci sarà di nuovo vento laterale, ma noi saremo pronti”.

Inizialmente lei aveva un piano per dare il massimo nell’ultima settimana, ma alla fine della prima settimana ha dovuto attaccare. Quello che è successo venerdì l’ha fatta arrabbiare in qualche modo?
“Non è piacevole perdere 1 minuto e 20 secondi . Sì, ho avuto la possibilità di attaccare, ho colto la possibilità che si è presentata e ho guadagnato un po’ di tempo”.

Le carte sono state scoperte e adesso è chiaro chi sono i favoriti per questo Tour. Che nomi si sente di fare?
“Abbiamo visto chi può davvero fare un ritmo serrato e chi può seguirlo. Sono quei cinque corridori che ieri erano davanti, ma anche Quintana e Bardet. Lotteremo per vincere altre tappe e conquistare la maglia gialla”.

Cosa accadrà nelle prossime settimane?
“E’ difficile fare previsioni, posso solo sperare di non perdere terreno. Assisteremo ad altre grandi battaglie nelle prossime due settimane. Ci saranno comunque tante occasioni per salire ancora più in alto nella classifica generale. Le ultime tappe saranno cruciali. Molte cose possono succedere nella cronometro del penultimo giorno. Potrebbe essere la tappa decisiva, quella in cui si potrà vincere o perdere”.

Ha fatto il test covid-19. Ha qualche timore?
“Siamo abituati a questi test, ma credo che tutti abbiano un po’ paura che il test sia positivo. Nella nostra squadra siamo stati molto attenti e non dovrebbero esserci problemi. Stiamo aspettando i risultati, siamo un po’ nervosi tutti. Molte cose possono accadere, i risultati possono essere sbagliati, lo abbiamo già visto”.

Articolo a cura della redazione di Tuttobiciweb

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