Dopo l’epoca Covid, tornano a crescere i parti nella Stanza della Cicogna di Cittiglio

VARESE – In queste prime settimane del 2023, sono 4 i bambini nati nella Stanza della Cicogna, che si trova all’Ospedale di Cittiglio e afferisce alla struttura di Ginecologia e Ostetricia di Asst Sette Laghi, diretta dal Professor Fabio Ghezzi.

La vita dopo il Covid

Nel corso del 2022, sono stati 55, sul totale di 533 bambini che hanno emesso il primo vagito nel Blocco nascite dell’Ospedale di Cittiglio. La percentuale è del 10%, rispetto al 20% dell’epoca pre-covid, ma in significativa ripresa dopo gli anni di emergenza che, per ovvie ragioni, hanno ridotto la possibilità di beneficiare dell’esperienza che questo luogo offre dal 2001, anno in cui è stata avviata.

Esperienza unica

Si tratta di una realtà unica nel suo genere, che offre alle donne che hanno avuto una gravidanza senza complicazioni, la possibilità di un parto naturale, che si svolga cioè assecondando al massimo i ritmi della dimensione fisiologica di questo evento così importante. Nella Stanza della Cicogna, infatti, il ginecologo non assiste al parto, mentre sono presenti due ostetriche, il cui compito è quello di accompagnare la donna e il compagno in questa esperienza, garantendo la sicurezza e il benessere della mamma e del bambino.

La donna, grazie alla guida dell’ostetrica, può scegliere se stare a letto oppure utilizzare qualcuno dei dispositivi presenti che possono aiutarla a trovare la posizione migliore: la sfera, la vasca, la liana, il materasso. Dopo il parto, mamma, papà e bebè restano insieme. Il neonato, appena nato, viene posto sul petto materno e lì resta tranquillo per un paio d’ore, quando arriva la puericultrice per lavarlo e sottoporlo alle profilassi. 

Come in una casa

Entrando nella Stanza della Cicogna, l’impressione è quella di trovarsi in una casa: un bilocale con parquet, una piccola libreria, delle candele, dei quadri alle pareti dipinte di un caldo color pesca, che dà alle due stanze un’atmosfera accogliente e intima. Non tutte le gravide, però, possono partorire nella Stanza della Cicogna: requisito fondamentale è che la gravidanza sia stata fisiologica, per garantire la massima sicurezza di mamma e bambino. 

Quasi 4mila parti all’anno

Ma se anche ad una donna venisse preclusa la possibilità di partorire nella Stanza della Cicogna, la filosofia perseguita in tutti i punti nascita dell’Asst Sette Laghi è da tempo quella di ‘portare la cicogna fuori dalla Cicogna’: “Il nostro impegno – spiega Ghezzi – è quello di rendere il parto un momento ‘famigliare’, intimo e il più naturale possibile per tutte le quasi 4mila donne che ogni anno scelgono di partorire nei nostri tre punti nascita. Tutto questo, però, senza risparmiare in sicurezza, che resta una priorità”. 

Anche nelle sale parto, di Cittiglio, come di Varese e Tradate, le gravide trovano, infatti, la possibilità di vivere il parto in maniera dolce: “Dopo le restrizioni che si sono rese necessarie durante l’emergenza covid, e che certamente ci hanno molto penalizzato nella possibilità di declinare appieno questa impostazione – precisa Ghezzi – i nostri punti nascita stanno reintroducendo quelle misure che permettono alla coppia di vivere il parto in tutta la sua portata di valori ed emozioni“.

Il cesareo dolce

La novità più significativa reintrodotta a partire da oggi, primo febbraio, all’Ospedale Del Ponte, è la riattivazione di un’esperienza avviata nel 2019, grazie alla strettissima collaborazione con la Neonatologia diretta dal Professor Massimo Agosti: si tratta del ‘cesareo dolce’, che prevede, tra le altre cose, la presenza del papà in sala operatoria per i cesarei programmati e in assenza di situazioni di rischio per mamma e bebè. 

Inoltre, l’orario di visita in tutti i reparti di Ostetricia è tornato dalle 14.00 alle 18.00, fermo restando il diritto di ogni donna, qualora ne avesse necessità e ne facesse richiesta, di avere accanto il proprio caregiver (compagno, mamma o persona di fiducia) concordandone la presenza con il personale, nel rispetto delle altre degenti.

Nelle sale parto di tutti i punti nascita, inoltre, sono presenti i dispositivi per rendere il parto più comodo, assecondando le preferenze e le necessità di ogni donna, e viene proposto il bonding materno precoce, un termine tecnico che indica la pratica di appoggiare il neonato sul petto materno subito dopo la nascita, se non ci sono controindicazioni. 

Lavoro di squadra

Queste attenzioni all’aspetto ‘dolce’ del parto ci stanno a cuore tanto quanto la sicurezza di mamma e bambino – tiene a precisare il Professor Ghezzi – Quando le condizioni di salute sconsigliano una pratica, lo spieghiamo alla paziente e cerchiamo di adattare la nostra organizzazione e le diverse opportunità alle esigenze di ciascuna. Non è facile mantenere questa impostazione con quasi 4mila parti all’anno, ma questi numeri sono significativi non solo perché confermano l’attrattività dei nostri punti nascita, ma anche perché rappresentano la premessa stessa della sicurezza che offriamo alle pazienti. Una rete che ospita così tanti parti è garanzia di sicurezza e completezza del servizio offerto, oltre che della grande esperienza e professionalità di chi vi presta servizio, e non mi riferisco solo ai ginecologi, alle ostetriche e agli infermieri della mia struttura, ma a tutta la squadra che collabora con noi, a partire dai neonatologi e dagli anestesisti“. 

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