Coldiretti Varese: «Serve più trasparenza sulla provenienza dei prodotti locali»

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VARESE – Un territorio autosufficiente a livello di approvvigionamento, quello del Varesotto. E il merito va anche alle imprese agricole locali che, anche durante il passato lockdown, hanno svolto un ruolo strategico nella continua fornitura di cibo. Una presenza fondamentale, che deve quindi essere supportata. Ecco allora che arriva l’appello di Coldiretti Varese: «Dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza, con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy».

Milioni di persone a rischio

Alla luce di una pandemia che potrebbe far sprofondare nella fame cronica ulteriori 130 milioni di persone in tutto il mondo entro la fine del 2020, «è necessario riconsiderare lo strategico ruolo che l’agricoltura e il cibo hanno per i territori, ricordando che grazie all’autosufficienza produttiva e al lavoro delle imprese agricole si è riusciti ad affrontare il passato lockdown assicurando nella nostra provincia gli approvvigionamenti alle reti di distribuzione e ai consumatori», ricorda il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori.

Il ruolo strategico del cibo nel mondo

Il commento arriva proprio in seguito all’assegnazione del premio Nobel per la pace 2020 al World Food Program (Wfp). «Un riconoscimento che porta alla ribalta la centralità dell’alimentazione. La situazione mondiale non è incoraggiante e, purtroppo, la mancanza di cibo colpisce ormai nuove fasce della popolazione sia nei paesi ricchi che in quelli meno sviluppati, come conferma il rapporto annuale delle Nazioni Unite».

Nel mondo si stima che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019, ma il numero è destinato a crescere per effetto dell’emergenza coronavirus che ha sconvolto i sistemi economici e cancellato milioni di posti di lavoro. Tale emergenza globale ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. «L’Italia – sottolinea Fiori – può contare su una risorsa da primato mondiale, ma deve investire per superare le fragilità presenti e difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni».

Proteggiamo le aziende del territorio

Ecco perché, in un momento così difficile per l’economia, Coldiretti Varese propone di portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza. «Per esempio introducendo l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy». Sull’export, poi, Fiori pensa a un piano straordinario di internazionalizzazione con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100% Made in Italy.

Anche i giovani

In conclusione, la decisione del Nobel conferma come il cibo è tornato a essere un elemento strategico negli equilibri internazionali, con corsa agli accaparramenti e guerre commerciali che alimentano tensioni e nuove povertà. «Ma anche a livello locale – rimarca Fiori – dobbiamo fare la nostra parte per tutelare il futuro dei nostri prodotti ed evidenziare il ruolo delle imprese. In particolare anche di quelle più giovani che sono un esempio di innovazione e informatizzazione». Ecco quindi che, nel promettere il sostegno continuo alle aziende agricole, Coldiretti si fa portatore dei loro interessi. «Vi difenderemo per garantire che la qualità delle vostre produzioni venga garantita e adeguatamente valorizzata».

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