di Gian Franco Bottini
Siamo a Busto Arsizio e non fosse altro che per verificare l’umore nei nostri confronti degli Umarells (Pensionati di cantiere) colà impegnati, decidiamo di passare per Piazza Vittorio Emanuele, altrimenti e più comunemente nota come “piazza 3 culi”.
I lavori sono assai avanzati, gli Umarells ci sembrano abbastanza soddisfatti ma tutto il gruppo ci ignora, dimostrando di essere in dubbio se, quando scrivemmo di loro, il nostro era un sincero riconoscimento della loro attività o una subdola presa per il naso.
Solo il nostro Pensionato “di fiducia” ci saluta e ci comunica quello che già sapevamo :”Han quasi finì de laurà”, poi, per non sembrare eccessivamente soddisfatto, cosa che un Umarell non deve mai mostrare , aggiunge: “L’era ura !”
Ma presto si pente della sua eccessiva accondiscendenza ed esplode nell’inevitabile scontento, che questa volta si riferisce all’annunciata inaugurazione che dovrebbe avere come protagonista il Principe Emanuele Filiberto. “Una volta, quando c’era da inaugurare qualcosa di importante, si cercava di far venire i più prestigiosi personaggi istituzionali , gh’è vegnù adiritura l’Einaudi; adesso ti tiran quà questi di “Ballando con le stelle”e de “L’isola dei famosi”…ma te par una roba seria?”
Cercando di non urtarlo ulteriormente, tentiamo di spiegargli che i nostri nonni quella Piazza la chiamavano “la piazza del Conte” e successivamente che la stessa era stata intitolata ad un Re , suo antenato: per queste ragioni la presenza del Principe potrebbe avere una logica consequenziale . Lui ci guarda con compatimento e dopo qualche attimo di silenzio continua :”Se el veor dì ! Se la logica è questa allora dico che siccome la Piazza è più conosciuta come “Piazza trì cù”, per la logica consequenziale che dici tu, io dovrei metter lì a far l’inaugurazione “tri disperà con giù el paton”. Ma fem no rid!”
Noi insistiamo nello spiegargli che le cose sono cambiate, che bisogna tener conto del “Marketing territoriale” per attirare la gente e metter in mostra la città e che oggi “ tirano” di più i personaggi televisivi che quelli politici. Ma lui ribadisce:”Ma fam no rid! Ma quale Marketing territoriale, quest chi el me par el marketing per una discoteca, non per una città cume la nostra!”
Fermarlo oramai è impossibile perché si capisce che ha sullo stomaco qualcosa che vuole assolutamente tirare fuori. Lui ci ricorda che nella nostra provincia siamo pieni di Ministri, Vicemistri, Sottosegretari e Deputati e se la gente preferisce a loro “quel Principe lì” vuol dire che di stima ce n’è davvero poca. “Certo – continua – se peu i fan i stupidad, come quella lì di far sapere al mondo,”per fas bel”, che è stato preso il primo delinquente quando ancora la Polizia sta cercando il secondo, allora non fanno niente neanche loro per farsi stimare”
Dopo essersi accertato che avevamo capito a cosa lui si riferiva, ci aveva incalzato con una sua teoria: “Oggi vale più il comparire che l’essere e finire sul giornale e sul computer sembra essere il risultato da raggiungere, mica le cose serie da fare. Però quei bon, quei che fan i rob, se fan vedè poc. Ma purtroppo per la maggioranza c’è la moda “de fa i ganassa”, come dicono a Milano; noi diciamo “de fa i sciavaton” o se son donne “de fa i sciavatei” o anche “i stimanzèti” . Il problema è che quando sei impegnato “dumà a fas vedè” è facile far le stupidate”.
E per render più incisivo il suo concetto ha poi concluso con un ruvido detto delle nostre parti, che non vorremmo riportare per quanto esso possa risultare greve, il cui significato tende ad affermare che quando il “prodotto interno lordo” di persona o animale, viene lasciato in bella evidenza esso dopo un po’, inevitabilmente, o maleodora o crea addirittura dei danni. Vedendo lo sguardo sconcertato di chi ci legge ma nello stesso tempo la sua curiosità di capire quello che con la nostra maldestra perifrasi non siamo sicuramente riusciti a far comprendere, non ci resta che scusarci per la grettezza del linguaggio e riportare testualmente il detto nostrano, così come declamato dal nostro Pensionato: “Quand la m….. la monta in scagn, o che la spuza o che la fa dagn!”