Comitato Legalità: ecco da chi e da che cosa è stata liberata Legnano

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LEGNANO – Un gruppo politico «che già aveva dilapidato i soldi dei cittadini e che si apprestava a soffocare la città con il suo asfissiante potere»: è questo l’«incubo» da cui è stata liberata Legnano con lo scioglimento del Consiglio comunale decretato dal presidente della Repubblica e il ritorno anticipato al voto. La lettura è del Comitato Legalità (nella foto sopra, uno dei suoi gazebo in città), che dallo scorso marzo ha osteggiato la maggioranza di centrodestra raccogliendo tutte le opposizioni e i dissidenti della giunta Fratus. A bocce ferme, il Comitato propone in un lungo comunicato una rilettura di più ampio respiro su quanto successo in città, al di là del susseguirsi dei colpi di scena degli ultimi mesi e degli sviluppi delle inchieste giudiziarie; rilettura che prende le mosse dalle prime due giunte Cozzi (1997-2007).

«Stesso gruppo al potere da più di 20 anni»

Già a quel tempo, attacca il Comitato, «il medesimo gruppo di potere della giunta Fratus operava con grande disinvoltura e a danno della città, promuovendo il piano regolatore delle tangenti e degli arresti e causando disastri all’AMGA». La municipalizzata, considerata fino ad allora un’azienda modello, si indebitò «in misura enorme» soprattutto a causa della realizzazione del teleriscaldamento: un investimento dimostratosi «tecnicamente ed economicamente folle e non rispondente agli interessi pubblici». I bilanci sarebbero peggiorati sotto la presidenza di Chiara Lazzarini, ad esempio col pagamento di imposte per 9 milioni di euro «che non erano dovute perché la società era in perdita» e di premi di produzione ai dirigenti «motivati con utili inesistenti». Il Comune di Legnano, insieme agli altri Comuni soci di AMGA, promosse una causa contro Lazzarini e gli altri amministratori, chiedendo un risarcimento danni di 23 milioni. Mentre l’accusa penale alla ex presidente di falsificazione dei bilanci sociali è caduta in prescrizione, la causa civile è tuttora in corso.

Quegli strani “affari” gestiti da AMGA

Il Comitato punta quindi il dito contro l’ultimo sindaco, Gianbattista Fratus, e il suo vice, Maurizio Cozzi, per aver nominato la Lazzarini assessore «creando così i presupposti per definire la causa in modo favorevole a lei. La stessa Lazzarini ha prestato subito attenzione ad AMGA, cui dava disposizioni come è risultato dalle intercettazioni della Procura. Ha anche comunicato l’intenzione di affidare ad AMGA, senza bandi pubblici, l’illuminazione pubblica della città ad un costo molto elevato. Eppure AMGA non dispone di alcuna competenza in materia e sarebbe stato palesemente illegittimo l’affidamento diretto». Non basta. «Come è emerso dall’indagine penale la triade Fratus, Cozzi e Lazzarini aveva avviato una campagna per piazzare nei posti giusti e decisivi loro fiduciari che garantissero incondizionata ubbidienza». In definitiva, «si è ricomposta così l’organizzazione che aveva tenuto in pugno la città quando Cozzi era sindaco».

«Ostinata resistenza alla rivolta morale di alcuni consiglieri»

Il resto è cronaca di quest’anno, con «la rivolta morale che ha privato il Consiglio comunale della maggioranza dei componenti e il gruppo Fratus, Cozzi e Lazzarini che ha resistito oltre ogni limite per mantenere il potere (addirittura Fratus è giunto al punto di revocare le dimissioni anche se era agli arresti). È anche stato indotto il difensore civico regionale a compiere atti illeciti per surrogare un consigliere dimissionario e ripristinare il numero minimo di consiglieri in carica». Tutto ciò, per il Comitato, ora appartiene al passato.

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