“Requiem for the Living” a Gallarate, prima assoluta per la San Cristoforo

concerto corale cristoforo gallarate

GALLARATE – Il concerto in occasione della Pasqua offrirà una prima assoluta alla città di Gallarate e alla provincia di Varese. L’evento, a ingresso libero, ospiterà nella basilica di Santa Maria Assunta la Corale San Cristoforo, che sabato 6 aprile alle 21 eseguirà il “Requiem for the Living” di Dan Forrest.

Una richiesta di vera pace

La Corale San Cristoforo, diretta dal maestro Fabio Zambon, è nata lungo il percorso di restauro e rinnovamento della chiesa per sperimentare un progetto di animazione culturale che lì avesse il proprio fulcro. La formazione si è già esibita a novembre in occasione della dedicazione dell’altare, rappresentando in canto lo “Stabat Mater” di Joseph Gabriel Rehinberger in dialogo con gli interventi del maestro Giancarlo Parodi. Formata da una cinquantina di elementi provenienti da varie realtà corali, il 6 aprile eseguirà “Requiem For The Living” di Dan Forrest per soprano e tenore soli, coro organo ed ensemble (flauto, oboe, corno, percussioni, arpa, violino e violoncello).
Un requiem, nella sua essenza, è una preghiera per il riposo delle anime dei defunti. Ma il “Requiem for the Living”, composto nel 2013 e diviso in cinque movimenti, rappresenta una richiesta di vera pace tanto per i defunti quanto per i vivi, che si ritrovano a lottare col dolore causato dalla scomparsa dei propri cari.

I movimenti dell’opera

Se il primo movimento (Introito e Kyrie) si sviluppa su crescenti elaborazioni di un tema formato da tre sole note, nel secondo l’ascoltatore viene posto di fronte al dolore, alla paura e alle domande che normalmente si affrontano in momenti di sconforto, di lutto. Infatti, invece del tradizionale Dies Irae, richiamato con mere allusioni musicali, compare Vanitas Vanitatum, caratterizzato da giustapposizioni di ritmi aggressivi e lunghe e fluttuanti linee melodiche, che a loro volta contengono citazioni del primo movimento. Il testo del secondo, che si basa sul versetto biblico “Vanità della vanità, tutto è vanità”, contiene inoltre il Pie Jesu, che contrappunta il versetto poc’anzi citato, e il Lacrimosa, nella sezione centrale. Il compositore, per il terzo movimento, ha deciso di invertire l’ordine liturgico e porre in questo punto l’Agnus Dei, inteso come invocazione diretta scaturita dal dolore e dalle tribolazioni prima descritte: un vero e proprio spiraglio di luce, un’ancora di salvezza nell’oceano in tempesta. Dopo la redenzione dal dolore ecco il Sanctus, che offre tre diversi scorci dei cieli e della terra pieni della gloria di Dio, ognuno dei quali sviluppa lo stesso tema musicale: il primo come apertura aerea ispirato dalle immagini dallo spazio mostrate dal Telescopio Spaziale Hubble, il secondo dalle immagini della Terra offrire dalla Stazione Spaziale Internazionale e infine il terzo porta l’ascoltatore sul nostro pianeta, dove le città pullulano della laboriosa energia dell’umanità. Chiude l’opera il Lux Aeterna che ritrae luce e pace, finalmente raggiunta sia dai defunti sia dai vivi.

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