Confartigianato tira le somme del 2022: «Anno difficile. No imprese-salvadanaio»

Il presidente di Confartigianato Varese Davide Galli

VARESE – Doveva essere l’anno capace di completare la ripresa del 2021, ma si è poi scontrato con gli effetti dell’inflazione e del caro energia. Il 2022 è stato imprevedibile, ma a Varese le Pmi sono state capaci di reagire, come è stato sottolineato oggi, mercoledì 21 dicembre, nella consueta conferenza di fine anno di Confartigianato Imprese Varese. Per il 2023 si chiede che le aziende non siano lasciate sole a portare il peso delle scelte politiche, anche europee. «Non possiamo essere il salvadanaio dal quale attingere», dice il presidente Davide Galli.

Ripresa a metà

«Pensavo che il peggio fosse arrivato con l’aumento del costo delle materie prime – ha esordito Galli – invece poi c’è stata la grande crisi energetica e la guerra in Ucraina. All’inflazione non eravamo più abituati, ed è un fenomeno che impatta in modo drammatico sulla vita delle imprese». Un problema dopo l’altro che non ha fatto che complicare una ripresa che era partita bene nel primo semestre. Dal punto di vista dei numeri non è stato comunque un anno negativo, come certificano l’incremento del Pil e i portafogli ordini ancora pieni per molte aziende. Le Pmi in particolare sono state capaci di reagire. «Se tiriamo le somme – continua il presidente – non è stato un anno brutto per il mondo delle imprese, soprattutto la prima parte, ma analizzandolo anche in un’ottica futura si prospetta un domani quanto mai incerto».

Aziende in letargo

L’impresa varesina ha dunque tenuto, anche se c’è chi si è dovuto fermare, come le realtà più energivore, perché non era più competitivo produrre. È il caso ad esempio di alcune imprese attive in settori come la lavorazione dei metalli, che sono andate in “letargo produttivo” e aspettano di ripartire. Altre realtà hanno rallentato la produzione, lavorando meno giorni e sfruttando lo strumento della cassa integrazione. Altre ancora lavorano di notte invece che di giorno, in modo che il costo dell’energia sia inferiore. Un problema che riguarda anche l’indotto, con la catena di fornitura di tante aziende che si interrompe.

Innovazione e mismatch

Il post Covid ha aperto scenari nuovi, con molte persone che hanno abbandonato lo stile di vita e il lavoro precedente. Questo si è sommato alle difficoltà che già prima della pandemia tante aziende avevano nel trovare le competenze necessarie, che sono cambiate molto con l’innovazione digitale e una svolta green molto accelerata. Si ripropone quindi il problema del mismatch occupazionale e formativo. In merito alle aspettative che i giovani hanno sul lavoro Confartigianato Varese ha promosso un’indagine che ha coinvolto studenti di istituti tecnici, professionali, Its e università, con circa 2500 risposte ricevute. I risultati saranno diffusi a gennaio.

Niente più imprese-salvadanaio

Il 2022 è stato anche l’anno del ritorno di un governo eletto dagli italiani. Confartigianato guarda con attenzione all’azione dell’esecutivo Meloni. «La Legge di Bilancio – commenta Galli – maturi nella consapevolezza che, un mancato rafforzamento delle imprese, altro non può portare che il collasso di un tessuto imprenditoriale già provato da tre anni inimmaginabili. Non possiamo che rivendicare un piano industriale adeguato ad affrontare, con il supporto infrastrutturale e strategico dello Stato, i cambiamenti ai quali non possiamo sottrarci per restare solide presenze sui mercati senza trasformarci in salvadanai». Al Governo si chiede anche massima attenzione ai prezzi delle materie prime e la riduzione del cuneo fiscale.