Confcommercio Varese: «Bar a rischio chiusura senza dehors a settembre»

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VARESE – «Quando a settembre i bar e i ristoranti non potranno più usufruire degli spazi all’aperto e non godranno degli aiuti statali, si rischia di ritornare nel baratro». Questo il monito del consiglio provinciale della Federazione italiana dei pubblici servizi (Fipe) e di Confcommercio.

I ristoranti perdono metà degli incassi

La situazione dei bar e ristoranti a Varese è tutt’altro che rosea. Con picchi molto positivi durante la movida serale, ma gravi perdite a causa delle mancate pause pranzo dei lavoratori, ora in smart working. Tanto che molti operatori hanno sospeso il servizio. «La ripresa nel post lockdown – spiegano da Confcommercio – è stata lenta. E i fatturati delle attività sono ben lontani da quelli di un anno fa. Per i bar la perdita di incassi si assesta intorno al 30%, quella dei ristoranti può arrivare fino al 50%».

Abbiamo bisogno dei dehors

E, a detta dell’associazione, guardando al futuro, lo scenario potrebbe peggiorare ulteriormente. Soprattutto in assenza delle proroghe della cassa integrazione e della concessione degli spazi esterni. «Senza dehors e senza cassa integrazione bar e ristoranti rischiano di tornare nel baratro». Il consiglio di Fipe/Confcommercio chiede quindi un prolungamento delle concessioni da parte delle amministrazioni comunali fino al 31 dicembre. «Gli spazi esterni, che eventualmente provvederemo ad attrezzare per un utilizzo anche nei mesi più freddi, ci consentono di recuperare parte dei posti interni persi a causa delle misure sul distanziamento minimo», dicono i ristoratori.

Che lo Stato ci aiuti

La seconda richiesta è quella di prorogare il periodo di cassa integrazione. E di introdurre una riforma fiscale con parametri conformi all’attuale condizione del mercato. «Infine – chiedono da Fipe – sarebbe opportuno reintrodurre dei voucher, quelli della “prima ora”, che consentono alle imprese di potere organizzare un sistema lavorativo flessibile».

Non sono capricci, ma reali bisogni 

«Ci aspettiamo – rimarca il presidente di Fipe, Giordano Ferrarese – che queste richieste vengano valutate e accolte a livello nazionale. Non si tratta di rivendicazioni pretestuose o di capricci, ma del minimo necessario per consentire al nostro settore di andare avanti, di limitare i danni e di potere superare i mesi di settembre e ottobre che, temiamo, saranno i più difficili».

Vendite al dettaglio dimezzate nel Varesotto. Giù bar e ristoranti (-35%)

 

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