I sinti reagiscono a Cassani: denunce e presidio permanente a Gallarate

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GALLARATE – Le ragioni dei sinti, vere o presunte che siano, saranno formalizzate nella denuncia che Pietro Romano, l’avvocato della comunità nomade sfrattata dal campo di Gallarate, sta preparando in queste ore per poi presentarla alle autorità competenti. Accuse di diversa natura, tutte da dimostrare è bene precisare, rivolte al sindaco Andrea Cassani ed estese, annuncia il legale, all’intera giunta.

La cena negata e i diritti disattesi

L’offensiva giudiziaria ha preso avvio dopo che il primo cittadino di Palazzo Borghi ha comunicato ai gestori dell’hotel di Somma Lombardo, che ospita provvisoriamente (“Fino al 30dicembre”) 69 nomadi rimasti senza casa, di non servire più la cena, sostituendola, per minori ed anziani, con un buono pasto giornaliero di 7 euro. Romano afferma di non avere avuto comunicazioni ufficiali in proposito e che, alla luce di una situazione che egli giudica disumana, ipotizza reati che violerebbero la convenzione dei diritti per l’infanzia; per esempio, i diritti all’unità famigliare, alla salute, all’educazione, alla sicurezza sociale, “più un’altra serie di violazioni ancora più gravi che al momento tengo per me” dichiara l’avvocato.

Associazione rom scatenata

Dal canto suo l’Associazione nazionale rom, se non fossero rispettati gli accordi che a suo dire sono stati sottoscritti con Cassani, convoca da lunedì 10 dicembre una manifestazione permanente davanti al municipio di Gallarate. Tra gli obiettivi c’è quello di indurre l’amministrazione civica ad accedere ai fondi strutturali europei per l’inclusione “così come è stato deciso in un summit alla prefettura di Varese”. In aggiunta, l’Anr afferma che “il sindaco Cassani si sta rendendo protagonista di una autentica irresponsabilità istituzionale e viola la legge. Le famiglie di cittadinanza Italiana ed Etnia Sinti – si legge in una lunga nota diffusa oggi, mercoledì 5 dicembre – sono state trasferite, nella stessa serata del 30 novembre, presso il Grand Hotel di Somma Lombardo , dove, per le stesse, è arrivato ordine di sistemazione, a firma del dirigente Michele Colombo del Comune di Gallarate, con pernottamento, colazione e cena, sino al 7 gennaio 2019; secondo quanto diffuso dagli organi di informazione, nella giornata di ieri (4 dicembre, ndr), il sindaco Andrea Cassani ed il Comune di Gallarate, rifiutano di adempiere ad accordi contrattuali e sottoscritti dagli stessi con il Grand Hotel: la questione prefigura il reato di truffa ai danni della struttura recettiva e delle famiglie di etnia Sinti; coerentemente con gli impegni assunti nell’incontro, come riportato dal Tg3 della Lombardia e dalle emittenti locali”.
Inoltre, non avendo ancora contattato gli uffici regionali competenti in materia di fondi strutturale europei, per i sinti la questione prefigura addirittura il reato di falso ideologico e materiale, in quanto l’impegno del sindaco Andrea Cassani è stato preso durante una riunione istituzionale con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza”. Da qui, in assenza di novità, la decisione di convocare la manifestazione permanente davanti al Municipio.

Nessuno ha ritirato i buoni pasto

Da sottolineare che Palazzo Borghi fa sapere che i buoni pasto sono a disposizione, ma che nessuno dei sinti, fino alle 17,30 di oggi, si è premurato di ritirarli in Municipio, dove sono depositati. Inoltre, il Comune ribadisce che è altresì noto che la cena sarebbe stata servita soltanto nella sera di lunedì, che nessun accordo prevede che sia il Comune a pagarla per il rimanente periodo in cui i sinti rimarranno ospiti nell’albergo di Somma Lombardo.

 

Sinti denuncia gallarate – MALPENSA24