CORAZZA NERAZZURRA: “I giocatori devono capire cosa rappresenta l’Inter”

Daniele Corazzesi 

È innegabile. L’autolesionismo a cui si sottopone la società Inter attraverso l’incapacità attitudinale di alcuni suoi associati è un dramma che ha caratterizzato le ultime pagine di un libro che francamente ci siamo stancati tutti di leggere. Come possa essere tanto vulnerabile una società con un patrimonio calcistico così prestigioso è qualcosa che potrebbe diventare oggetto di studi da parte dei più rinomati guru della psiche. Persino il tifoso interista è riuscito a farsene una ragione, giungendo a interiorizzare ogni “pazza” sfaccettatura di un delirio etico-sportivo. Facciamo fatica a non perdere il controllo. Difendiamo la squadra da tutto e da tutti. Riempiamo gli stadi. Facciamo sessantamila presenti anche con il Frosinone a testimonianza del forte legame che c’è con la squadra,eppure, ogni stagione,finiamo sempre con l’assistere a involuzioni,  dolorosamente svilenti sotto il profilo della personalità. Ogni anno ci si trova a porsi sempre le stesse domande increduli davanti ad un declino imbarazzante. Dirigenti che si eclissano, giocatori che rinunciano e media che divorano quel che resta di un ambiente in preda al caos. Ciò che ha veramente stancato è la mancanza di rispetto da parte di chi non abbiamo mai obbligato a vincere, ma semplicemente a lottare. L’incapacità di una società nel disciplinare i propri stipendiati, permettendo loro di offrirsi in pasto allo sciacallaggio dei media. Non ci rendono invidiosi le sfilate dei nostri calciatori tra belle donne e fiammeggianti automobili in belle serate nei locali della movida milanese a bere Moito. Non ci interessa. Ma capire se la vostra presenza a Milano è circoscritta solo a questo, è legittimo. Davanti a certe prestazioni, domandarsi quale sia, per un professionista dello sport, il valore della cultura del sacrificio nasce spontaneo. Quella cultura che premia la coerenza e rende campioni. Sono pur sempre ragazzi baciati da un grande destino, ma giocare nell’Inter ha un valore che forse qualcuno non ha ancora compreso. La società non può e non deve sottrarsi dal disegnare linee comportamentali intransigenti, ma soprattutto, non può commettere la leggerezza di renderle facoltative. Etica, disciplina e senso di appartenenza, sono il segreto per trasformare un gruppo fragile, in un branco di leoni con forti e determinate consapevolezze. Per intenderci, quelle che spesso vengono a mancare nell’Inter, portandoci alla deriva come nessun’altra società italiana di calcio. L’incapacità di difendere l’ambiente contro vergognosi sciacallaggi mediatici palesa un’impotenza patologica. Chi si occupa di Inter, sa con quanta semplicità si riesca a colpirla e destabilizzarla. Ci siamo stancati persino di sognare perché realisticamente sappiamo che ciò di cui abbiamo bisogno è concretezza. Un assunzione di responsabilità radicale che porti la nostra Beneamata a onorare il prestigio conquistato nella storia e con la storia.

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